In questa maratona di citta' in citta' sono ripassata per Chicago e venerdi' pomeriggio avevo qualche ora per me. Cosi' ho infilato la macchina fotografica al collo, sono salita sulla metro e sono tornata tra quelle strade che mi avevano tanto affascinata a fine luglio. E la scintilla e' scoccata un'altra volta. Chicago e' una citta' che in un batter baleno e' schizzata in vetta alla mia classifica di citta' dove vorrei vivere e si contende il podio, almeno nella terra americana, con New York, e forse a pari merito, forse subito seguite da San Francisco e Boston. Chicago mi trasmette tanta pace, mi fa sentire bene, mi da tutto quello che mi manca a Seattle. La sento tanto europea e mi piace moltissimo per come mi ricatapulta in quelle che erano tante abitudini o passatempi che avevo nella vita italiana. Mi piace molto come le persone siano spontanee, socievoli ed amichevoli, mi piace la cultura del caffe' al bar, dell'aperitivo, del trovarsi dopo il lavoro e andare a bere qualcosa, mi piace trovare le vie dello shopping e dei bei negozi, la gente che passeggia, senza ritmi frenetici, la gente che va in spiaggia e si sdraia sull'asciugamano a prendere il sole in riva al lago immenso che sembra un mare, i cafe', i ristorantini curati e accoglienti senza strafare, i tavolini all'aperto lungo il marciapiede, la cura nella decorazione delle strade, nei dettagli e nei particolari dei negozi o dei locali pubblici, le composizioni floreali ad ogni angolo, i balconi e i davanzali con cascate di fiori e piante, i palazzi del centro tra i quali palpita la citta' e gli edifici dei quartieri attorno a State and Goethe in mattoni rossi, cancelli in ferro battuto, ingressi costeggiati da giardinetti, fontane e statue, il sole che inonda le strade lunghe, larghe e diritte "a blocchi", e l'atmosfera che permea la citta', che ti fa sentire benvenuta e che ti annuncia che questa citta' si prendera' cura di te.
Benche' l'immagine di Chicago sia ancora immacolata nella mia mente, una volta sopra Seattle, mentre guardavo giu' dall'oblo' dell'aereo, e poi tutto il weekend, lo spettacolo naturale di Seattle, una luce e un sole inusuali in questo periodo, hanno ribaltato la situazione e ancora una volta mi sono ritrovata su un aereo a chiedermi dove vorrei vivere...proprio non lo so... ora ho gia' voltato un'altra pagina e sono ad Atlanta, non ho ancora avuto tempo per visitare la citta' ma ho gia' adocchiato i posti dove vorrei andare. E ripenso a quanto mi era piaciuta Boston per quei pochi mesi che ho vissuto li', a quanto adoro New York ogni volta che ci torno, e a quanto ero rimasta incantata da San Francisco il primo anno che vivevo a Seattle e facevamo la spola tra le due citta'...
E allora ogni tanto mi chiedo davvero come si faccia a scegliere la citta' dove vivere. Per i prossimi anni so gia' che sara' la carriera ad informarci sulla destinazione del prossimo biglietto aereo e l'indirizzo della prossima casa ma poi mi chiedo dove saremo, come sceglieremo. Se saranno la qualita' della scuola e il bene dei figli a guidarci. O se invece saremo anche noi di quelle coppie che si trasferiscono qui e la', impacchettando e spacchettando la propria vita in diversi fusi, sotto diversi cieli, preoccupandosi di tornado piuttosto che di terremoti.
E a complicare il tutto c'e' che questa vita peregrinante che ho sempre disdegnato a volte mi intriga... E' faticoso chiudere una porta e aprirne un'altra, ricominciare da zero, ma mi ispira poter vivere e conoscere a fondo diverse sfacettature della stessa societa', capire il Midwest, vivere la natura e la liberta' della West Coast o la formalita' e il bon ton del New England. Ultimamente pero' sento anche che dopo tanti sospiri a Seattle ho trovato delle amicizie che sono capisaldi nella mia vita e vorrei poter portarle con me. Mi si spezza il cuore a partire e lasciare rapporti che ora sono come la mia famiglia a Seattle.
Ma poi penso sii grata per averle incontrate, ce ne saranno altre e queste rimaranno nel tuo cuore e nel tempo, e qui tutti volano qui e la' per cui ci rivedremo, organizzeremo long weekends e vacanze e forse la vita riunira' le nostre strade. Ripenso ai casi della vita e a quanto imprevedibile tutta sia: proprio con la mia piu' cara amica a Seattle abbiamo scoperto di aver vissuto a Boston, nello stesso quartiere, lo stesso periodo e mi chiedo quante volte i nostri sguardi si siano incrociati, i nostri corpi siano stati seduti nello stesso vagone della T, magari ci siamo pure scambiate un sorriso... senza sapere che qualche anno dopo le nostre strade si sarebbero riincrociate e un'amicizia fraterna ci avrebbe unito. Idem con la mia coinquilina indiana il mese scorso: nel 2008 lei e il marito vivevano a pochi blocchi da casa nostra a Seattle, e magari chissa', le nostre giornate si intrecciavano gia' allora, al parco, al supermercato, per le strade di downtown...
E allora penso se la vita sia davvero una storia di posti, di visi, di periodi, di modi di essere, di pensieri e opinioni che evolvono nel tempo, di rapporti, di emozioni e di sensazioni, di fotografie e ricordi, di nuovi sogni e nuovi progetti, di goodbye and good luck, let's keep in touch e di nuove aspettative, nuovi passi, nuove avventure, di un grande immenso amore a due, che viene con noi, che ci accompagna e ci sostiene, ci anima e infonde coraggio nella scelta di rimetterci in gioco e di interpretare una nuova casa non come un ricominciare ma come un esplorare, un crescere e un imparare. Se la vita sia davvero un libro di capitoli che si aprono e si chiudono, da sfogliare, tante storie indpendenti e concatenate, e mi sembra che davvero sia vero che per ogni porta che si chiude ce n'e' un'altra/tante altre che si apre/aprono... e allora chissa' dove saremo, cosa succedera', dove scriveremo la nostra vita, dove andremo, che accento avranno i nostri bimbi, cosa impareranno, se andranno in giro in flipflop e felpa dell'universita' o piuttosto fighetti e modaioli, chissa' come saranno, speriamo di riuscire a trasmettere loro l'Europa... Vorrei saperlo o meglio vorrei saper scegliere quale strada, quale posto, quale esperienza ci rendera' persone migliori piu' di ogni altra... e non ho risposta, non so se ci sia, non so proprio come saremo... ma di se e di ma non si vive.
E come dice sempre il mio papa', rifletti, prendi una decisione e poi vai, senza guardare piu' indietro, non metterla piu' in discussione ma vai avanti... e forse, faremo proprio cosi'... rifletteremo, sceglieremo e poi... bagagli e via, apriremo una nuova porta e scriveremo un nuovo percorso, una nuova storia, un nuovo capitolo. E ora concludo quelle che volevano essere due righe mentre facevo colazione, mi bevo il caffelatte ormai freddo e mi preparo per uscire... che alla fine devo scrivere il mio capitolo di vita ad Atlanta! E oggi finalmente splende il sole anche qui!!! E nel mio cuore so che il titolo del post dovrebbe essere Is this my city?