Thursday, September 22, 2011

Sep 22, 2011

Volevo metterti una fotografia del regalo che scarterai ma e' ancora in viaggio. 
Poi ho pensato al biglietto di auguri ma non lo ho ancora scelto. 
Ieri ho preso questi fiorellini... e allora, intanto che ti aspetto e conto i giorni, ti posto qui l'augurio di 

happy birthday!

Wednesday, September 14, 2011

Imparare a chiudere la porta

Avverto: e' un post triste.
Come me questa sera.

Imparare a chiudere la porta del cuore per proteggere la tua famiglia e te stessa.
Perche' non sei solo medico ma sei anche moglie, sarai anche mamma, sei anche figlia, sorella e amica.

Imparare a chiudere la porta del cuore perche' se offri del tempo al di fuori dell'orario di lavoro ad una persona, lo dovresti offrire a tante altre. E anche per te il giorno ha solo 24 ore.

Imparare a chiudere la porta del cuore perche' ognuno ha una storia piu' complessa e forse non e' solo come sembra. O forse lo e'. Ma per quanto tu voglia infondere forza e coraggio, sono sentimenti che deve trovare dentro se stesso.

Lasciare una persona anche quando e' chiaro che, nonostante l'elenco confuso di sintomi inconsistenti con cui la conversazione e' iniziata, parlare e' la sola cosa di cui abbia bisogno.

Imparare a dire goodbye e lasciare una stanza senza sentirti egoista e snaturata.
Forse questa e' di tutte la sfida piu' grande.
Piu' grande ancora del venire a capo del caso clinico piu' complesso.

E a renderlo ancora piu' difficile, imparare ad accettare che la porta va chiusa per un misero time constraint.

Sunday, September 11, 2011

Sep 11, 2010


Buon primo anniversario! 


E come mi ha scritto la tua mamma: I know it must be a little hard to be apart on your anniversary but the joy of realizing your dreams together is a wonderful compensation.

Ti aspetto a fine mese! 

Saturday, September 10, 2011

Violin Concerto

Quando lavoravo, ho sempre apprezzato quanto il mio prof coltivasse il rapporto su un piano non solo professionale ma anche personale. Se possibile, da quando ho smesso di lavorare il nostro rapporto e' cresciuto, ha coinvolto sempre piu' spesso sua moglie e Matt e si e' trasformato in una sorta di famiglia allargata a Seattle. Qualche sera fa ci siamo rivisti e le loro teste bianche vicino alle nostre more, tra chiacchiere, risate, consigli e racconti, e' un'immagine che mi e' rimasta impressa... e' come se li vedessi il punto d'arrivo per me e Matt e per puro caso abbiamo scoperto che loro avevano da poco festeggiato il loro cinquantesimo anniversario di matrimonio e noi festeggeremo domani il nostro primo anno di matrimonio. Loro hanno vissuto tutta la loro vita insieme. Noi condividiamo una promessa sbocciata da poco. E chissa' come saremo quando le pagine della nostra vita saranno non sogni ma storia. Mi piace immaginarci come loro... Sono una coppia molto bella, molto affiatati e ancora tanto affettuosi e complici. Si guardano con una dolcezza e un amore delicati e profondi di chi ha trascorso una vita intera insieme. Non so bene questo post dove vada ma mi sono svegliata felice e questo post e' nato sulle note di quello che e' stato il mio sottofondo musicale di questa fine agosto, inizio settembre. Un pezzo che ha un effetto catartico sul mio cuore...e mi ricorda lo sguardo lucido, commosso e profondo del mio nonno quando con la mia mamma veniva a sentirmi ai saggi di pianoforte. E mi infonde tanta gioia, riconoscenza per le piccole cose, e per quelle grandi. E per la vita in se'.


Thursday, September 8, 2011

This is my city!

In questa maratona di citta' in citta' sono ripassata per Chicago e venerdi' pomeriggio avevo qualche ora per me. Cosi' ho infilato la macchina fotografica al collo, sono salita sulla metro e sono tornata tra quelle strade che mi avevano tanto affascinata a fine luglio. E la scintilla e' scoccata un'altra volta. Chicago e' una citta' che in un batter baleno e' schizzata in vetta alla mia classifica di citta' dove vorrei vivere e si contende il podio, almeno nella terra americana, con New York, e forse a pari merito, forse subito seguite da San Francisco e Boston. Chicago mi trasmette tanta pace, mi fa sentire bene, mi da tutto quello che mi manca a Seattle. La sento tanto europea e mi piace moltissimo per come mi ricatapulta in quelle che erano tante abitudini o passatempi che avevo nella vita italiana.  Mi piace molto come le persone siano spontanee, socievoli ed amichevoli, mi piace la cultura del caffe' al bar, dell'aperitivo, del trovarsi dopo il lavoro e andare a bere qualcosa, mi piace trovare le vie dello shopping e dei bei negozi, la gente che passeggia, senza ritmi frenetici, la gente che va in spiaggia e si sdraia sull'asciugamano a prendere il sole in riva al lago immenso che sembra un mare, i cafe', i ristorantini curati e accoglienti senza strafare, i tavolini all'aperto lungo il marciapiede, la cura nella decorazione delle strade, nei dettagli e nei particolari dei negozi o dei locali pubblici, le composizioni floreali ad ogni angolo, i balconi e i davanzali con cascate di fiori e piante, i palazzi del centro tra i quali palpita la citta' e gli edifici dei quartieri attorno a State and Goethe in mattoni rossi, cancelli in ferro battuto, ingressi costeggiati da giardinetti, fontane e statue, il sole che inonda le strade lunghe, larghe e diritte "a blocchi", e l'atmosfera che permea la citta', che  ti fa sentire benvenuta e che ti annuncia che questa citta' si prendera' cura di te. 
Benche' l'immagine di Chicago sia ancora immacolata nella mia mente, una volta sopra Seattle, mentre guardavo giu' dall'oblo' dell'aereo, e poi tutto il weekend, lo spettacolo naturale di Seattle, una luce e un sole inusuali in questo periodo, hanno ribaltato la situazione e ancora una volta mi sono ritrovata su un aereo a chiedermi dove vorrei vivere...proprio non lo so... ora ho gia' voltato un'altra pagina e sono ad Atlanta, non ho ancora avuto tempo per visitare la citta' ma ho gia' adocchiato i posti dove vorrei andare. E ripenso a quanto mi era piaciuta Boston per quei pochi mesi che ho vissuto li', a quanto adoro New York ogni volta che ci torno, e a quanto ero rimasta incantata da San Francisco il primo anno che vivevo a Seattle e facevamo la spola tra le due citta'... 
E allora ogni tanto mi chiedo davvero come si faccia a scegliere la citta' dove vivere. Per i prossimi anni so gia' che sara' la carriera ad informarci sulla destinazione del prossimo biglietto aereo e l'indirizzo della prossima casa ma poi mi chiedo dove saremo, come sceglieremo. Se saranno la qualita' della scuola e il bene dei figli a guidarci. O se invece saremo anche noi di quelle coppie che si trasferiscono qui e la', impacchettando e spacchettando la propria vita in diversi fusi, sotto diversi cieli, preoccupandosi di tornado piuttosto che di terremoti. 
E a complicare il tutto c'e' che questa vita peregrinante che ho sempre disdegnato a volte mi intriga... E' faticoso chiudere una porta e aprirne un'altra, ricominciare da zero, ma mi ispira poter vivere e conoscere a fondo diverse sfacettature della stessa societa', capire il Midwest, vivere la natura e la liberta' della West Coast o la formalita' e il bon ton del New England. Ultimamente pero' sento anche che dopo tanti sospiri a Seattle ho trovato delle amicizie che sono capisaldi nella mia vita e vorrei poter portarle con me. Mi si spezza il cuore a partire e lasciare rapporti che ora sono come la mia famiglia a Seattle.
Ma poi penso sii grata per averle incontrate, ce ne saranno altre e queste rimaranno nel tuo cuore e nel tempo, e qui tutti volano qui e la' per cui ci rivedremo, organizzeremo long weekends e vacanze e forse la vita riunira' le nostre strade. Ripenso ai casi della vita e a quanto imprevedibile tutta sia: proprio con la mia piu' cara amica a Seattle abbiamo scoperto di aver vissuto a Boston, nello stesso quartiere, lo stesso periodo e mi chiedo quante volte i nostri sguardi si siano incrociati, i nostri corpi siano stati seduti nello stesso vagone della T, magari ci siamo pure scambiate un sorriso... senza sapere che qualche anno dopo le nostre strade si sarebbero riincrociate e un'amicizia fraterna ci avrebbe unito. Idem con la mia coinquilina indiana il mese scorso: nel 2008 lei e il marito vivevano a pochi blocchi da casa nostra a Seattle, e magari chissa', le nostre giornate si intrecciavano gia' allora, al parco, al supermercato, per le strade di downtown...
E allora penso se la vita sia davvero una storia di posti, di visi, di periodi, di modi di essere, di pensieri e opinioni che evolvono nel tempo, di rapporti, di emozioni e di sensazioni, di fotografie e ricordi, di nuovi sogni e nuovi progetti, di goodbye and good luck, let's keep in touch e di  nuove aspettative, nuovi passi, nuove avventure, di un grande immenso amore a due, che viene con noi, che ci accompagna e ci sostiene, ci anima e infonde coraggio nella scelta di rimetterci in gioco e di interpretare una nuova casa non come un ricominciare ma come un esplorare, un crescere e un imparare. Se la vita sia davvero un libro di capitoli che si aprono e si chiudono, da sfogliare, tante storie indpendenti e concatenate, e mi sembra che davvero sia vero che per ogni porta che si chiude ce n'e' un'altra/tante altre che si apre/aprono... e allora chissa' dove saremo, cosa succedera', dove scriveremo la nostra vita, dove andremo, che accento avranno i nostri bimbi, cosa impareranno, se andranno in giro in flipflop e felpa dell'universita' o piuttosto fighetti e modaioli, chissa' come saranno, speriamo di riuscire a trasmettere loro l'Europa... Vorrei saperlo o meglio vorrei saper scegliere quale strada, quale posto, quale esperienza ci rendera' persone migliori piu' di ogni altra... e non ho risposta, non so se ci sia, non so proprio come saremo... ma di se e di ma non si vive. E come dice sempre il mio papa', rifletti, prendi una decisione e poi vai, senza guardare piu' indietro, non metterla piu' in discussione ma vai avanti... e forse, faremo proprio cosi'... rifletteremo, sceglieremo e poi... bagagli e via, apriremo una nuova porta e scriveremo un nuovo percorso, una nuova storia, un nuovo capitolo. E ora concludo quelle che volevano essere due righe mentre facevo colazione, mi bevo il caffelatte ormai freddo e mi preparo per uscire... che alla fine devo scrivere il mio capitolo di vita ad Atlanta! E oggi finalmente splende il sole anche qui!!! E nel mio cuore so che il titolo del post dovrebbe essere Is this my city?