Pookelina e' nato con l'idea di ricambiare la compagnia di alcuni bloggers che con la loro simpatia e profondita' mi richiamavano quotidianamente tra le loro pagine. Inizialmente pensavo avrei scritto della mia vita a Seattle. Nel tempo, queste pagine sono diventate anche la storia di un sogno.
E' un sogno antico quanto i miei primi ricordi, quando la sera vedevo il mio papa' rientrare a casa felice e gratificato dal suo lavoro. La sua passione era inesauribile e palpabile e faceva scintillare ancora di piu' la grandezza e nobilta' del suo animo. La sua grande umilta'.
Fin da piccolina ho sentito di essere animata dalla stessa grande passione ed e' uno dei doni piu' grandi che io potessi ereditare. Sono cresciuta sognando che da grande mi sarei presa cura della mia passione. Sono cresciuta sognando che da grande mi sarei presa cura delle persone.
Non ricordo se fosse il 2004 o il 2005. Ma ricordo quel pomeriggio come uno tra i piu' preziosi della mia vita. Quel pomeriggio, nelle aule della vecchia clinica medica di Bologna, ho trovato me stessa. Ho trovato finalmente la mia strada. A mia insaputa.
Un professore ci raccontava la storia della arteriosclerosi ed io, frase dopo frase, passaggio dopo passaggio, freccia dopo freccia, ero incantata dalla patofisiologia di quella storia e dalla padronanza con cui questo brillante professore ce la raccontava. Proprio come piace a me: ogni malattia non e' una serie mnemonica di sintomi ma la storia di qualche meccanismo che e' andato storto. Mi ero chiesta tante volte con chi avrei scritto la tesi di laurea e pensarci in astratto non era mai stato produttivo. Durante quella lezione ho sentito il tanto sospirato click. E il sogno che avevo cullato fin da bambina ha cominciato a battere tra le mie mani, a battere le sue ali e a prepararsi a guidare le redini della mia storia.
Di per se' sono molto timida e tendo a trovare mille scuse "per non". Quel pomeriggio non ho avuto modo di inventare una delle tante scuse che gia' bussavo alla porta di questo professore. Abbiamo parlato forse una mezz'oretta, forse piu' a lungo. Ricordo una grande sintonia. Sintonia di pensiero e obiettivi. Da quella sintonia e' nato un entusiasmo. E da quell'entusiasmo un progetto. Un viaggio. Quel pomeriggio e' nato il mio viaggio. Il viaggio dentro di me. Il viaggio a bordo del mio sogno.
Ricordo il saluto in aeroporto. Io con valigie e progetti piu' grandi di me. Io che salutavo la mia famiglia senza bene sapere cosa stesse per succedere. Sapevo che avevo un biglietto aereo. Sapevo che avrei sorvolato l'oceano per ore. Sapevo che sarei atterrata in America. Ma poi? Non sapevo cosa sarebbe successo. Sapevo solo che il mio migliore amico di allora mi aveva detto che lui in America non sarebbe mai potuto vivere perche' a lui la societa' americana non piaceva. E quella era la spiegazione, nessun'altra ragione piu' specifica. Solo un "Vedrai". Io cercavo di immaginarmi come un intero paese potesse non piacere. Sfidavo la mia immaginazione con la mia ingenuita'. Ero intimorita e fiduciosa allo stesso tempo. Ero titubante e carica per questa nuova avventura. Ero pronta a lasciarmi sfidare e sorprendere dalla vita.
Una volta oltreoceano la prima cosa che mi colpi' furono le bandiere: bandiere a stelle e strisce ovunque, sui porch, sui tetti, sui balconi, nei giardini di ogni casetta. Poi ne sono seguite tante altre di cose che mi hanno stupito, in positivo e in negativo. Negli anni ho capito cosa intendeva il mio migliore amico. Potrei elencare una lista lunghissima di cose che non mi piacciono della societa' americana. Ma non importa quanto questa lista sia lunga. Perche' l'America ha qualcosa che per me e' ineguagliabile e preziosissimo. Qualcosa che ho rincorso una vita intera e che ho scoperto quando sono sbarcata qui per la prima volta. Non sapendo bene come definirla, nel mio vocabolario io l'ho battezzata accademia.
L'accademia e' un posto per me, almeno in astratto, sacro. E' il posto dove le persone parlano la mia lingua, non importa quale sia la loro nazionalita'. E' un tempio dove il biglietto e' il sogno immenso di fare la differenza. Di fare qualcosa di significativo con la propria vita. Di lasciare un mondo migliore. E' un mondo che attira persone che hanno non solo dei sogni ma anche il coraggio di crederci. Io identifico l'accademia nel mondo della mentorship. Dei talenti che sbocciano. Delle passioni che palpitano. Dei grandi romanzi e delle poesie. Dei grandi valori e degli ideali. Della grandezza umana che fa storia. Delle opere d'arte e della musica. L'accademia e' il mio rifugio, la pace con me stessa, una sorta di biblioteca, maestosa e silenziosa, per i miei sogni e pensieri. Il mondo dell'accademia l'ho desiderato per una vita intera. Nell'accademia ho trovato il mio posto nel mondo.
Dal mio primo incontro con l'accademia nel 2005, il resto della storia e' custodita in queste pagine. Fino al suo epilogo. Il 3 dicembre.
Il 3 dicembre 2014 e' un giorno che ho aspettato con il fiato sospeso.
L'ho aspettato inconsciamente per dieci anni.
La notte prima l'ho passata in bianco.
La mattina sembrava interminabile. Poi i miei pazienti mi hanno distratta. Fino alle 11.49.
Alle 11.49 sono corsa a casa.
Il cuore in gola.
La paura di una delusione.
Ancora piu' grande, la paura che questo grande sogno, iniziato dieci anni fa tra i banchi nelle aule ad anfiteatro di Bologna, stesse per avverarsi.
Alle 12 l'esito.
Questo sogno si e' avverato.
Dieci anni dopo questo sogno si e' avverato.
Nonostante il marchio indelebile dell'international medical graduate.
Dopo aver lasciato la mia famiglia che e' il dono piu' grande che io abbia mai ricevuto dalla vita. Dopo aver imposto il sacrificio della distanza e degli abbracci virtuali su skype alle persone che mi amano piu' di chiunque altro.
Dopo essermi chiesta un'infinita' di volte se un giorno mi pentiro', quando sara' troppo tardi, quando le persone che mi hanno messa sempre al primo posto e hanno assecondato ogni mia scelta offrendomi sostegno e amore non ci saranno piu'.
Dopo aver chiesto ad un marito di venire qui, in questa casa, in questo posto che mi ha cambiata per sempre, che mi ha segnata nel profondo, che ha scolpito in me nuovi tratti, nuovi pensieri, nuovi punti di vista, qui dove non avrei mai pensato di mettere piede in vita mia e che e' invece diventato la mia casa, la mia vita, la mia quotidianita'. Questo e' il nostro terzo anno nel Bronx.
Dieci anni dopo, il primo luglio 2015 iniziero' la mia nuova specializzazione.
L'ultimo blocco di training. Non un blocco qualsiasi. Il piu' importante di tutti. Questa volta mi insegneranno quello che faro' per il resto dei miei giorni.
E' la cura che offriro' ai miei pazienti.
E' la conoscenza che offriro' ai miei colleghi.
E' l'esperienza che offriro' ai miei studenti.
Dieci anni dopo ritorno nell'accademia.
E questa volta so che il mio posto me lo sono guadagnata.
Questa volta non e' solamente un regalo da un professore.
Questa volta e' una conquista, la conquista di un sogno cresciuto con me.
Questa volta e' il ricordo di una bambina che la sera correva nell'ingresso in pigiama a salutare il papa' e ora ritornera' a casa donna con tra le mani una realta' ancora piu' immacolata di quanto avesse mai potuto concepire ed immaginare.
Questo sogno adesso ha un nome.
Si chiama Harvard.
E' un sogno antico quanto i miei primi ricordi, quando la sera vedevo il mio papa' rientrare a casa felice e gratificato dal suo lavoro. La sua passione era inesauribile e palpabile e faceva scintillare ancora di piu' la grandezza e nobilta' del suo animo. La sua grande umilta'.
Fin da piccolina ho sentito di essere animata dalla stessa grande passione ed e' uno dei doni piu' grandi che io potessi ereditare. Sono cresciuta sognando che da grande mi sarei presa cura della mia passione. Sono cresciuta sognando che da grande mi sarei presa cura delle persone.
Non ricordo se fosse il 2004 o il 2005. Ma ricordo quel pomeriggio come uno tra i piu' preziosi della mia vita. Quel pomeriggio, nelle aule della vecchia clinica medica di Bologna, ho trovato me stessa. Ho trovato finalmente la mia strada. A mia insaputa.
Un professore ci raccontava la storia della arteriosclerosi ed io, frase dopo frase, passaggio dopo passaggio, freccia dopo freccia, ero incantata dalla patofisiologia di quella storia e dalla padronanza con cui questo brillante professore ce la raccontava. Proprio come piace a me: ogni malattia non e' una serie mnemonica di sintomi ma la storia di qualche meccanismo che e' andato storto. Mi ero chiesta tante volte con chi avrei scritto la tesi di laurea e pensarci in astratto non era mai stato produttivo. Durante quella lezione ho sentito il tanto sospirato click. E il sogno che avevo cullato fin da bambina ha cominciato a battere tra le mie mani, a battere le sue ali e a prepararsi a guidare le redini della mia storia.
Di per se' sono molto timida e tendo a trovare mille scuse "per non". Quel pomeriggio non ho avuto modo di inventare una delle tante scuse che gia' bussavo alla porta di questo professore. Abbiamo parlato forse una mezz'oretta, forse piu' a lungo. Ricordo una grande sintonia. Sintonia di pensiero e obiettivi. Da quella sintonia e' nato un entusiasmo. E da quell'entusiasmo un progetto. Un viaggio. Quel pomeriggio e' nato il mio viaggio. Il viaggio dentro di me. Il viaggio a bordo del mio sogno.
Ricordo il saluto in aeroporto. Io con valigie e progetti piu' grandi di me. Io che salutavo la mia famiglia senza bene sapere cosa stesse per succedere. Sapevo che avevo un biglietto aereo. Sapevo che avrei sorvolato l'oceano per ore. Sapevo che sarei atterrata in America. Ma poi? Non sapevo cosa sarebbe successo. Sapevo solo che il mio migliore amico di allora mi aveva detto che lui in America non sarebbe mai potuto vivere perche' a lui la societa' americana non piaceva. E quella era la spiegazione, nessun'altra ragione piu' specifica. Solo un "Vedrai". Io cercavo di immaginarmi come un intero paese potesse non piacere. Sfidavo la mia immaginazione con la mia ingenuita'. Ero intimorita e fiduciosa allo stesso tempo. Ero titubante e carica per questa nuova avventura. Ero pronta a lasciarmi sfidare e sorprendere dalla vita.
Una volta oltreoceano la prima cosa che mi colpi' furono le bandiere: bandiere a stelle e strisce ovunque, sui porch, sui tetti, sui balconi, nei giardini di ogni casetta. Poi ne sono seguite tante altre di cose che mi hanno stupito, in positivo e in negativo. Negli anni ho capito cosa intendeva il mio migliore amico. Potrei elencare una lista lunghissima di cose che non mi piacciono della societa' americana. Ma non importa quanto questa lista sia lunga. Perche' l'America ha qualcosa che per me e' ineguagliabile e preziosissimo. Qualcosa che ho rincorso una vita intera e che ho scoperto quando sono sbarcata qui per la prima volta. Non sapendo bene come definirla, nel mio vocabolario io l'ho battezzata accademia.
L'accademia e' un posto per me, almeno in astratto, sacro. E' il posto dove le persone parlano la mia lingua, non importa quale sia la loro nazionalita'. E' un tempio dove il biglietto e' il sogno immenso di fare la differenza. Di fare qualcosa di significativo con la propria vita. Di lasciare un mondo migliore. E' un mondo che attira persone che hanno non solo dei sogni ma anche il coraggio di crederci. Io identifico l'accademia nel mondo della mentorship. Dei talenti che sbocciano. Delle passioni che palpitano. Dei grandi romanzi e delle poesie. Dei grandi valori e degli ideali. Della grandezza umana che fa storia. Delle opere d'arte e della musica. L'accademia e' il mio rifugio, la pace con me stessa, una sorta di biblioteca, maestosa e silenziosa, per i miei sogni e pensieri. Il mondo dell'accademia l'ho desiderato per una vita intera. Nell'accademia ho trovato il mio posto nel mondo.
Dal mio primo incontro con l'accademia nel 2005, il resto della storia e' custodita in queste pagine. Fino al suo epilogo. Il 3 dicembre.
Il 3 dicembre 2014 e' un giorno che ho aspettato con il fiato sospeso.
L'ho aspettato inconsciamente per dieci anni.
La notte prima l'ho passata in bianco.
La mattina sembrava interminabile. Poi i miei pazienti mi hanno distratta. Fino alle 11.49.
Alle 11.49 sono corsa a casa.
Il cuore in gola.
La paura di una delusione.
Ancora piu' grande, la paura che questo grande sogno, iniziato dieci anni fa tra i banchi nelle aule ad anfiteatro di Bologna, stesse per avverarsi.
Alle 12 l'esito.
Questo sogno si e' avverato.
Dieci anni dopo questo sogno si e' avverato.
Nonostante il marchio indelebile dell'international medical graduate.
Dopo aver lasciato la mia famiglia che e' il dono piu' grande che io abbia mai ricevuto dalla vita. Dopo aver imposto il sacrificio della distanza e degli abbracci virtuali su skype alle persone che mi amano piu' di chiunque altro.
Dopo essermi chiesta un'infinita' di volte se un giorno mi pentiro', quando sara' troppo tardi, quando le persone che mi hanno messa sempre al primo posto e hanno assecondato ogni mia scelta offrendomi sostegno e amore non ci saranno piu'.
Dopo aver chiesto ad un marito di venire qui, in questa casa, in questo posto che mi ha cambiata per sempre, che mi ha segnata nel profondo, che ha scolpito in me nuovi tratti, nuovi pensieri, nuovi punti di vista, qui dove non avrei mai pensato di mettere piede in vita mia e che e' invece diventato la mia casa, la mia vita, la mia quotidianita'. Questo e' il nostro terzo anno nel Bronx.
Dieci anni dopo, il primo luglio 2015 iniziero' la mia nuova specializzazione.
L'ultimo blocco di training. Non un blocco qualsiasi. Il piu' importante di tutti. Questa volta mi insegneranno quello che faro' per il resto dei miei giorni.
E' la cura che offriro' ai miei pazienti.
E' la conoscenza che offriro' ai miei colleghi.
E' l'esperienza che offriro' ai miei studenti.
Dieci anni dopo ritorno nell'accademia.
E questa volta so che il mio posto me lo sono guadagnata.
Questa volta non e' solamente un regalo da un professore.
Questa volta e' una conquista, la conquista di un sogno cresciuto con me.
Questa volta e' il ricordo di una bambina che la sera correva nell'ingresso in pigiama a salutare il papa' e ora ritornera' a casa donna con tra le mani una realta' ancora piu' immacolata di quanto avesse mai potuto concepire ed immaginare.
Questo sogno adesso ha un nome.
Si chiama Harvard.
Congratulazioni, Michela! Non scriviamo più molto, ma ti penso spesso. Che ispirazione che sei!
ReplyDeleteChe cara, grazie Eleonora! Magari ti vengo a trovare con metronorth nell'anno nuovo, sarebbe bello!
Deleteho trovato il tuo blog cercando informazioni sull'esame step 1. Ho letto i tuoi post del 2011, in quel periodo mi trovavo in usa...Se li avessi letti prima, magari adesso...come vedi dopo anni 3 anni sono ancora qui a cercare di capire se intraprendere questa strada. Ho letto il tuo ultimo post...l'ultima parola del tuo post...e non immagini il mio stupore...leggendo che il tuo sogno era anche il mio...nn so forse sono solo in cerca d segnali...take care
ReplyDeleteMichelina, ne hai fatta di strada.... congratulazioni e un grande in bocca al lupo!!!!
ReplyDeleteGrazie Marichina. Speriamo sia l'occasione per ritornare a scrivere tra queste pagine! Un abbraccio!
DeleteCongratulazioni cara Pookelina!
ReplyDeleteLeggendo il tuo Epilogo, la tua storia, mi affiora in mente una frase, che raccoglie tutto il significato e la speranza racchiusa nei nostri semplici sogni:
"When a person really desires something, all the universe conspires to help that person to realize his dream".
Credere in un sogno ed avere un progetto di vita richiede impegno, il quale racchiude immensi sacrifici: e a volte il sacrificio fa piu' paura del sogno stesso. E non basta solo la forza d'animo, c'e' tutto quello che ci capita e ci circonda che ci aiuta: ed il match che sembra solo un gioco affidato al caso improvvisamente sembra non esserlo piu', sembra la giusta conclusione, quasi programmata ad hoc, di tanta fatica e amore e impegno profusi nel tempo trascorso a studiare e lavorare.
Ancora Auguri per questa tua nuova Vita a Boston! In bocca al lupo :)
Grazie cara Sissi!
DeleteTi auguro uno splendido 2015...mentre l'universo si da da fare per realizzare il tuo di sogno :-)!
Un abbraccio
Ho riletto più volte questo post perché lo trovo davvero bellissimo e motivante.
ReplyDeleteCongratulazioni per la realizzazione del tuo sogno! Spero di leggerti ancora con le tue prime impressioni della tua nuova vita.
Grazie e benvenuta!
DeleteUno splendido 2015!
Congratulazioni e in bocca al lupo!!
ReplyDelete... E che il sogno continui!
:)
Alice felice
Grazie cara Alice!
DeleteTanti auguro per uno splendido 2015!
Ciao pookelina, questo si che e' il grandioso epilogo di un sogno perseguito con costanza...e forse davvero i sogni diventano realta' quando si ha la forza di crederci. Io sono rimasta ferma allo step 1andato bene e lo studio dello step 2ck e' fermo da mesi...non sono stata abbastanza brava da fare tutto nei tempi stabiliti..e chi credeva in me e seppure marginalmente nel mio sogno ma cmq ci credeva sento che ha smesso di farlo...e ho persino rischiato di perdere chi amo per via di questo sogno. Non so se gli stati uniti saranno per me un approdo...se il sogno in cui credevo si realizzera'..per me lo step 2 e' diventato solo un ostacolo...per gli altri il mio sogno un ostacolo alla loro felicita' che poi dovrebbe essere anche la mia. Ma voglio continuare se non altro per non rendere vano quanto fatto...ma ho perso la motivazione, ho smesso di crederci...ti auguro il meglio pet la tua prossima avventura..te lo meriti davvero.
ReplyDeleteFederica
Grazie Federica!
DeleteA te un grande in bocca al lupo per queste tue grandi decisioni!
Uno splendido 2015
complimenti pookelina! per curiosità, in che cosa ti specializzerai?
ReplyDeleteCara pookelina, seguo il tuo blog dal 2011, anno in cui ho iniziato l'università. Innanzitutto ti faccio i miei complimenti, stai raggiungendo traguardi sempre più grandi! :) Mi chiedevo se ci fosse il modo di avere un tuo recapito (mail/facebook/whatsapp/quellochevuoi) per farti qualche domanda dato che anche io sogno di intraprendere il tuo stesso percorso. Grazie e buone vacanze.
ReplyDeleteCiao Pookelina!!! Congratulazioni di cuore per questa bellissima notizia... Ti pensavo in questi giorni e quando ho letto questo post mi sono davvero commossa. Ti auguro il meglio anche per questa nuova avventura, perchè te lo meriti! Che il 2015 possa regalarti tanta felicità e serenità...Un abbraccio. Life
ReplyDeleteGrazie cara Life. Spero tu stia bene. Ti auguro un bellissimo 2015. Un abbraccio.
DeleteCiao Pookelina! Io mi trovo nella fase iniziale di questo percorso. Mi sono trasferito a Chicago ad Ottobre e mi sono iscritto allo step 1 con periodo di elegibilita' Aprile Maggio 20015. Volevo chiederti dei consigli dettagliati su come studiare, stavo anche pensando ad un corso kaplan di 7 weeks. Consigli riguardo la clerkship, come e quando chiederla. La tempistica secondo la quale bisogna iscriversi al Match ecc.. Sarei felice se potessi aiutarmi a chiarire diversi dubbi e soprattutto a sollevarmi di morale considerato che con chiunque abbia parlato (medici italiani e americani) abbia sempre ricevuto commenti di sconforto. Mi sono laureato nel 2012 e abilitato a Luglio 2013.
ReplyDeleteCiao pookelina!! Complimenti per il risultato e per questo fantastico blog!!
ReplyDeleteGrazie, Domenico!
DeletePurtroppo ho smesso di prestare attenzione alla trafila burocratica per lo USMLE e il Match. L'ECFMG ha un pdf dettagliatissimo ed io ricordo mi ero basata su quello. Questo direi per la parte burocratica.
Per la parte emotiva/supporto morale... credimi, non e' cosi' difficile come sembra. Suonera' anche come una banalita' ma a mio avviso il modo per coronare questo progetto e' semplicemente crederci. E, come diceva il mio prof, ogni grande obiettivo e' piu' facile da conseguire se lo guardi come una successione di piccole tappe. Citandolo, B comes after A, C after B and so on.
Ti faccio un immenso in bocca al lupo e... stay warm in Chicago :-)!
Crepi e Grazie!! E' un grosso sollievo sentirti dire queste cose! Dopo tutto nella vita niente e' regalato, specialmente qui negli USA. L'altra domanda che ti facevo, in merito alla tua esperienza e' il modo con cui secondo te si puo' ottenere una clerkship. Davvero non saprei come muovermi in questo senso. Ancora, pensi che sia utile iscriversi ad un corso kaplan intensivo di 7 settimane? Grazie ancora!
DeletePer la clerkship - ci sono organizzazioni tipo Americlerkship or IMGprep che ti organizzano delle externships ma sono molto care e da un punto di vista formativo non valgono la pena. Servono solo a garantirti la LoR scritta da un medico americano che ti ha osservato da un punto di vista clinico.
DeletePer il kaplan, io ho fatto i 5 giorni per il CS. Fondamentalmente perche' non avevo mai visto un paziente nel systema americano e non sapevo cosa si aspettassero all'esame. Per me e' stato utile. Per lo step 1 o lo step 2 CK credo sia molto soggettivo. Io ho acquistato i libri del kaplan ma studiato da sola senza frequentare corsi.
Allora aspetto che arrivi l'estate per sentirti dire che il tuo step1 e' stato un successo strepitoso :-)!
Grazie ancora per tutti i tuoi suggerimenti! La data dell'esame e il 31 Maggio. Ho acquistato sia le lecture notes della kaplan che il first aid. Allo stesso tempo penso che mi comprerò un abbonamento su uworld.com per i test. Ho ancora un po' di tempo prima di decidere se fare o meno il corso. Certo che sono bei soldi. Ad ogni modo grazie ancora e tanti saluti da Chicago!!
ReplyDeleteCiao! Questo post mi ha fatta commuovere...sto studiando a Bologna, ma da un pò di tempo a questa parte ho cominciato seriamente a considerare l'idea di partire. Nonostante anche io sia circondata da gente che mi ripete continuamente che "non è tutto così come penso", ho avuto l'occasione di passare un pò di tempo negli Stati Uniti, e anche io ho sentito che c'era qualcosa di diverso...gli occhi della gente, pieni di sogni e speranza, la voglia di fare...e quell'aggettivo, "open minded", che non rende bene con nessuna traduzione in italiano, ma che rappresenta non tanto il modo di accogliere qualsiasi cosa (i pregiudizi ci sono ovunque, anche nei paesi migliori del mondo), ma il modo con cui in quel paese le cose si trasformano, e il modo che la gente ha di lasciarsi aperte tutte le strade nel fare ogni cosa...queste cose mi hanno convinta che forse c'è un posto giusto per tutti, ed io non sono esattamente nel mio. Anche io ho avuto l'occasione di incontrare alcuni professori che hanno avuto diverse esperienze negli Usa, e secondo me (perlomeno per quanto riguarda Bologna), velatamente un pò ognuno di loro sembra suggerire che andare fuori non è affatto una pessima idea, soprattutto per chi vuole puntare in alto e sente di dover fare qualcosa per seguire le proprie passioni.
ReplyDeletePer questi motivi, cercando in giro le prime cose da cui cominciare per porre le basi, mi sono imbattuta in questo post. Fatta tutta questa lunghissima premessa inutile, le cose che volevo dirti sono essenzialmente due:
-la prima, quella più brutta (e meno sentimentale rispetto al resto) è: c'è qualche ente a cui rivolgersi per cominciare a preparare i vari step, chiedere informazioni su burocrazia, tempi, costi, modalità? Ci sono dei siti/organizzazioni/enti vari che organizzino delle clerkships? Hai mai fatto una clerkship? Ritieni che chiedere una tesi di laurea negli Stati Uniti sia una cosa sensata? Sai se a Bologna ci sono prof in contatto con l'ambiente accademico statunitense che possano proporre di fare periodi fuori? Siti/ forum/qualsiasi cosa da cui possa riuscire a leggere più di tre righe confuse? Quali sono le prime cose che consigli di fare a chi come me ha appena cominciato ad organizzarsi?
-seconda cosa, quella più in linea con la prima parte del discorso, è: brava, brava, brava. Sei un'ispirazione per tanti. Congratulazioni, e buona fortuna, davvero, per ogni cosa.
Ps: quando ho letto Harvard alla fine, mi hai uccisa.
Giulia.