Granelli di sabbia che scorrono nella clessidra del tempo. Ognuno pregno di opportunita'. Che a volte cogliamo e altre volte lasciamo scivolare via. Gli ultimi granelli stanno raggiungendo quello stretto passaggio della clessidra della quotidianita' a Seattle. E finalmente abbiamo colto l'opportunita' di quei granelli.
Ci siamo conosciute nel 2008. Quella sera la passione per la barca a vela ci ha intrattenute per ore e ci ha permesso di sentire una profonda sintonia. Ci siamo incontrate con i mariti per gli auguri di natale nella luce soffusa di un soppalco in una pizzeria italiana. La prima di tante cene. Tutte nella stessa pizzeria. Ma ogni volta abbiamo aggiunto un nuovo tassello al nostro rapporto. Ogni volta ogni pezzo mi inondava il cuore di gioia per l'armonia che sentivo tra le nostre personalita', per il calore che percepivo nelle nostre conversazioni, per un affetto genuino che non mi aspettavo di trovare oltreoceano, almeno non cosi' spontaneamente. Poi, non so ancora come, ho totalmente sottovalutato l'importanza della baby shower americana. Ti ho ferita profondamente. Da allora la sabbia della clessidra e' continuata a scorrere. La nostra amicizia si e' rotta ed e' rimasta con uno squarcio e un pezzo penzolante. Che non riusciva a spezzarsi in una chiusura definitiva ma nemmeno a ricucirsi. Una mano tesa ritratta sempre troppo in fretta.
Quando ho visto la clessidra del tempo a Seattle consumarsi e l'ho girata per l'ultima volta, ho deciso che non sarei voluta partire senza salutarti. Ti ho lasciato due righe, semplici. Senza enfasi. Solo un cuore aperto. La mia buona volonta'. Tu l'hai accolta con il cuore aperto. E tanta gratitudine. E hai condiviso che dentro di te c'era un secondo bimbo.
I miei viaggi e i tuoi impegni ci hanno impedito di incontrarci. Ma a fine gennaio mi e' arrivato l'invito alla tua baby shower. Mi sembrava uno scherzo del destino. Rivederti in compagnia, senza mai aver chiarito, per di piu' alla tua baby shower. Mi sembrava cosi' surreale.
Oggi ero attorno al tavolo delle tue amiche piu' care. Ti ho dato il mio regalo. E con esso nelle mie mani c'era un pezzo del mio cuore impacchettato nelle mie scuse silenziose. Mi hai ringraziata. Per le parole del biglietto. Per essere venuta. Per essere li' con te. Per aver fatto il mio di passo verso il tuo e non aver sprecato altro tempo. Per aver tenuto la tua mano mentre ricongiungevamo i due lembi della ferita.
Quando discuto con Matt la pace e' sempre scontata. Fa male nel momento ma nel fondo del cuore, lontano dall'orgoglio, c'e' sempre la consapevolezza che, questione di minuti o mezz'ora, una volta smaltiti i bollori del nervoso, ci aspetta sempre il lieto fine di un abbraccio stretto stretto, lungo lungo e pieno di amore.
Con te non ero sicura che la riconciliazione sarebbe stata il punto d'arrivo. E sono felice che quasi allo scadere del tempo le nostre strade si sono rincontrate. Mi dispiaccio tantissimo per aver lasciato cadere in tonfi sordi le opportunita' che ogni granello di tempo racchiudeva. Mi dispiaccio per essermi dimenticata che per quanto lunga sembri la vita, e' comunque breve. Mi dispiaccio per aver dato retta all'orgoglio e aver perduto la possibilita' di vederti imparare il ruolo di mamma. Ma per quanto mi dispiaccia, l'unica sensazione che questa sera provo nel cuore e' una profonda serenita' interiore che finalmente quello strappo e' ricucito. Scorgo di nuovo una strada immacolata serpeggiare davanti a noi ed e' bello sapere che nonostante la distanza la coloreremo insieme con le immagini delle nostre vite.
E spero davvero di riuscire ad abbracciare ogni granello di sabbia e stringerlo stretto come una palla gigante, sedermici sopra e scivolare giu' in quello stretto passaggio del tempo che scorre, sapendo di aver fatto del mio meglio per vivere appieno, per cogliere ogni opportunita' di vita che ciascun granello porta con se'.
Riconciliarsi davvero e` una sensazione che scalda il cuore! Forse una delle piu` belle.
ReplyDeleteSi', proprio cosi'.
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