Friday, March 30, 2012

Il potere della paura

Rispondo a questo commento con un post perche' credo possa tornare utile a molti aspiranti residency in the US - o almeno lo spero :)!

Ciao Pookelina. Mi sono da un mesetto abilitata a Padova e sto meditando se intrapendere il percorso della specializzazione in USA. Ho cmq intenzione di fare l'usmle, ma ho paura che buttarmi solo ora sull'usmle sia una strada rischiosa...:( e in sostanza non so che fare. D'altro canto iniziare una specializzazione in italia significherebbe per me rinunciare al mio sogno. Secondo te studiando sin da ora posso aspirare a fare l'application nell'estate 2013? se pure totalizzassi un buono score qual è il rischio di non riuscire ad entrare? Altro problema che mi sto ponendo è poi la difficoltà una volta entrata in una residency a proseguire con una fellowship. Le mie ambizioni sono endocrino o cardio per cui dovrei accedere in primis alla residency in interna o pediatria. Quale di qst secondo te è piu' competitiva? Ho sentito poi che una volta conclusa la specializzazione in italia si puo' accedere direttamente a una fellowship clinica? Questo vale in casi eccezionali o è la norma? Ti sarei veramente grata se potessi dar mi un consiglio perchè il tempo passa e non so come strutturare la mia vita :( grazie mille. Fede
 

In questi anni spesi tra Europa e America ho imparato qualcosa che per me ora e' fondamentale: accogliere, invece che schivare, nella vita la paura. Per come sono fatta di carattere, la paura mi ha sempre un po' intimidita. Per come sono fatta nella testa, mi sono sempre imposta di affrontare le paure (anche se alcune le ho evitate e me ne pento ancora immensamente). In ogni caso, ho imparato a credere nella paura come opportunita' di crescita e dunque ben venga!

Questi sono i dati ufficiali di questo match:

Of the 11,134 IMGs who participated in the 2012 Match, 4,886 (43.9%) matched.
Of the 6,828 IMG participants who were not U.S. citizens, 2,775 (40.6%) obtained first-year positions.
Of the 4,279 U.S. citizen IMG participants, 2,102 (49.1%) were matched to first-year positions.
Of the 27 Fifth Pathway participants in the Match, 9 (33.3%) were matched to first-year positions.


Noi siamo non-US citizen IMGs. 40.6% matchano (in verita' la percentuale e' un pelo piu' alta per via del prematch). I numeri non sono incoraggianti. Ma io credo che quello che distingue quel 40% dal 60% non sia un percorso strabiliante ma il coraggio di credere. Credere non nel match in se' ma in questo sogno. Fino in fondo. Ad ogni costo. Scongiurare il cuore di convincere la mente di voler essere in quel 40% e non dubitare piu'. E con questo spirito iniziare e guardare solo avanti. Il resto vien da se' :-)!!!

A volte mi rammarico di non poter vivere in Europa perche' l'Europa rispecchia molto di piu' la mia personalita', i miei valori, il mio modo di essere. Della societa' americana ci sono tante cose che mi pesano (o forse sono poche ma cozzano cosi' tanto con la mia personalita' che sembrano proprio inaccettabili). Ma l'America offre una cosa che per me e' senza prezzo: quello che in queste ultime settimane nelle mie conversazioni ho definito la forza trainante.

Una volta uscito l'esito del match, l'ho condiviso con le persone che mi avevano dato i loro 2 cents. Per ogni risposta ricevuta ho sentito questa forza trainante raggiungermi dentro, immensa e overwhelming, piena di gioia ma soprattutto di orgoglio, incoraggiamento e fiducia per il futuro espressi con calore, sincerita' e semplicita'. E questa e' la mia America, l'America per la quale Matthew ed io abbiamo deciso di vivere in questa parte di mondo. L'America che crede nel sogno di creare un mondo migliore, nella possibilita' di contribuire al progresso da artefici e non da spettatori. L'America che crede in nuove opportunita' per la scienza e la medicina, di sfondare nuove porte, aprire nuovi orizzonti, offrire una chance alla vita di quelle persone che avevano anche loro i loro sogni ma per le quali il coronamento dei sogni e' stato interrotto da cio' che non possiamo ancora comprendere o raggirare. E quest'attitudine per me e' una forza trainante che, come una calamita, ti recluta con i tuoi sogni e incessantemente rigenera per te il coraggio di credere e la forza di perseverare.
 
Per come la vedo io, la vita e' una chance. Nasce come puro potenziale. E ogni attimo che passa e' una chance, continua e fugace, di prendere questo potenziale e farne molto di piu'. In quanto potenziale, e' piena di rischi, di bivi, di se e di ma. Ma i rischi possono essere ribattezzati opportunita'. E non lo dico con superficialita'. In questi ultimi mesi ho preso due grandissime decisioni che erano un salto nel vuoto. Ho declinato due differenti pre-match offers per la residency (ne ho parlato indirettamente qui) e mi sono consumata fino allo sfinimento nella creazione della vetta della mia ranking list. Poi qualche giorno prima della deadline tutto ha trovato il proprio posto, inclusa la serenita' nel mio cuore. E lo ha trovato perche' mi sono chiesta cosa voglio veramente dalla vita, mi sono ascoltata dentro, con onesta'. Credo davvero che solo seguendo i nostri sogni e ascoltando quello che ci rende davvero felici possiamo trovare il coraggio di chiamare il rischio opportunita' e trovare il canale giusto per far si' che questo potenziale dia il meglio di se'.

Spero che questo mio parlare a ruota libera di quello che sento dentro sia stato di aiuto alle due persone che mi hanno scritto nelle ultime 24 ore e possa contribuire un pochino a infondere quel coraggio di spezzare le catene della paura e spiccare il volo sopra un sogno a chiunque lo cerchi.

Please, please, please, se avete un sogno grande, credeteci immensamente: vi ripaghera'!!!!!!

Saturday, March 24, 2012

L'idillio continua

In arretrato dal weekend scorso... ma la canzone l'ascolto ancora a ripetizione :-)
 
Questa settimana siamo stati inondati dal sole. Inevitabile il desiderio di fare tutto a piedi e godere della sua luce e calore. Carica dell'entusiasmo di questo periodo, nei miei giri mi sono fatta accompagnare dall'ipod che non accendevo da troppo tempo e ho riscoperto canzoni che non ascoltavo da secoli. Mentre camminavo tra casette nel verde, marciapiedi alberati e pullulanti di crocus colorati, l'aria impregnata dell'odore del sale, il sole scintillante sulla neve delle montagne e sull'acqua, e' partita questa canzone. Non ho potuto non riselezionarla again and again: piu' l'ascoltavo, piu' quelle parole davano voce al mio stato d'animo, alla mia gioia piena di riconoscenza e gratitudine, una sorta di omaggio che poteva aver scritto il mio cuore alla medicina e alla vita e che esprime quello che per me e' la medicina:

A te che hai reso la mia vita bella da morire
che riesci a rendere la fatica un immenso piacere

A te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di piu'
A te che hai dato senso al tempo senza misurarlo

A te che mi hai insegnato i sogni e l'arte dell'avventura
A te che credi nel coraggio e anche nella paura
A te che sei la miglior cosa che mi sia successa

A te che sei sostanza dei giorni miei, sostanza dei sogni miei


E questo e' un piccolo omaggio alla citta' dove questo sogno immenso diventera' quotidianita'. Non vedo l'ora.






A noi e' piaciuto

 http://www.imdb.com/title/tt1605783/
E ci e' piaciuto proprio tanto tanto tanto!!!


http://www.imdb.com/title/tt1210166/

Monday, March 19, 2012

And the verdict is...


foto scattata da Brooklyn anni fa... quando gia' sognavamo di un giorno vivere a New York!

E, infinite volte piu' importante, l'ospedale era la mia first choice!

... sono felice felice felice...

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Avevo buttato giu' queste poche righe gia' venerdi' tra una telefonata e l'altra ma speravo di riuscire a descrivere meglio le sensazioni prima di pubblicare il post. Anche ora che la sveglia ci ha riportati alla realta' dopo tre giorni memorabili... non trovo parole...

Solo vivo ancora in un senso di gratitudine incommensurabile per il risultato in se' e altrettanto profondo per la gioia ed entusiasmo con cui e' stato accolto e condiviso, non solo dalle nostre famiglie ma anche da tutte le persone che ci hanno seguiti in questo percorso. Grazie anche a chi ha gioito con me in questa match week-weekend tra queste pagine virtuali.

E ora cerchero' di opporre un po' di resistenza a questo lunedi' che gia' mi vuole riportare alla routine...

Wednesday, March 14, 2012

La Valle Sacra degli Incas

Dopo avervi raccontato la mia visita di Arequipa, oggi vorrei darvi il benvenuto ufficiale in Peru. 

E' con il Peru che e' cominciata la nostra esplorazione del Sud America - un viaggio pieno di aspettative che si e' rivelato molto interessante ed affascinante, a volte un po' sconfortante ma, andando preparati emotivamente, e' sicuramente una terra che spicca per i magnifici colori, soprattutto dei costumi tradizionali andini, e i paesaggi semplicemente inimmaginabili finche' gli occhi non vi si imbattono.


Il compito di plasmare la nostra prima impressione del Peru spettava a Lima. E direi che ha fatto un buon lavoro, tanto piu' che il poco tempo a disposizione, la stanchezza accumulata nel viaggio e il maltempo non giocavano a suo favore. Dopo solo un pomeriggio a zonzo nel centro storico a farci un'idea della citta' prima di imbarcarci sul volo successivo, direi che, della Lima che abbiamo visto noi, ci sono piaciuti gli edifici colorati, l'influenza spagnola nell'architettura dei palazzi coloniali e l'atmosfera vivace del centro storico.
 



Dopo questa breve sosta nella capitale, siamo saliti su un aeroplano locale e, meraviglia delle meraviglie, abbiamo sorvolato le Ande - strepitose viste dall'alto, con le loro creste innevate, il profilo affilato, la sagoma maestosa ed imponente, davvero mozzafiato!

Cosi', su quel volo, e' iniziato il nostro vero viaggio in Peru. Sbarco a Cusco, la capitale dell'impero inca e capitale storica del Peru, dichiarata patrimonio dell'umanita' per la bellezza e il valore degli edifici di epoca precolombiana e coloniale che rievocano la lunga storia di questa citta'.


Plaza de Armas e le stradine tutt'attorno al centro sono molto suggestive ma, per me, la vera chicca e' il pittoresco Barrio de San Blas, arroccato sulla collina dietro Plaza de Armas, formato da viuzze ripide e strette lungo le quali curiosare nei laboratori di artigianato e negozietti di prodotti locali e scegliere tra tanti ristorantini il posto per una bella cenetta. E visto che siamo in tema, una parentesi culinaria - proprio a Cusco ho assaggiato per la prima volta la carne di alpaca che assolutamente consiglio a tutti i non vegetariani.

 
I balconcini che contornano gli edifici affacciati sulla piazza non appartengono ad abitazioni private ma sono spesso una nicchia particolarmente accogliente di un bar dove fare una colazione all'aperto con vista sulla citta'.

  
Merita una visita anche il Convento de Santo Domingo.

 
Tornando al nostro itinerario, Cusco l'abbiamo visitata a piu' riprese visto che, arrivando dal livello del mare ed essendo Cusco a quasi 3400 m, ci era stato raccomandato di dirigerci subito ad Aguas Calientes, un paesino a poco piu' di 2000m dove generalmente i turisti trascorrono la notte prima di inerpicarsi lungo la montagna alla volta di Machu Picchu.

La strada che porta ad Aguas Calientes e' una linea ferroviaria che si snoda ai piedi delle Ande, attraverso la Valle Sacra degli Incas ed e' uno dei pochi interventi dell'uomo in quest'ambiente naturale cosi' estremo. Per gli amanti della natura: un'alternativa al trenino e' l'Inca Trail, che comporta un backpacking trip di tre-quattro giorni attraverso la Sacred Valley. Purtroppo, per noi era un desiderio che e' rimasto tale (ci siamo mossi troppo tardi) ma quando, attraverso i finestrini del treno, ho visto una fila di puntini colorati e allineati muoversi lungo le pendici della montagna non ho potuto che constatare che ci siamo persi davvero qualcosa di fantastico.

Dopo aver pernottato ad Aguas Calientes, al mattino, invece di prendere le navette, ci siamo incamminati lungo la strada sterrata, che lungo il cammino diventa sentiero, verso Machu Picchu. Risalire la montagna a piedi rende l'arrivo alla citta' perduta ancora piu' eccitante.


Una volta accertatici che la nebbia si sarebbe dipanata e che avremmo potuto vedere la cittadella degli Incas, anche la nebbia e' diventata la benvenuta...  Intravedere una delle nuove sette meraviglie del mondo ancora avvolta nella nebbia rende l'incontro ancora piu' intrigante.

Ed eccola qui, in uno degli scorci classici


Dopo una visita guidata e un secondo giro indipendente alla citta' degli Incas, non paghi della prima scarpinata, abbiamo deciso di scalare ancora un pezzettino di montagna ed arrivare sul cucuzzolo di questa cima da dove le Ande si mostrano in tutta la loro immensita' e maestosita', avvolte nel silenzio della natura. Uno di quei momenti in cui ti senti un minuscolo puntino nell'universo, totalmente inondato dalla forza della natura.


Il nostro viaggio e' poi proseguito risalendo la Valle Sacra degli Incas, questa volta fermandoci a scoprire gli altri principali paesini che punteggiano questa valle. Il primo, Ollantaytambo, e' il punto di partenza dell'Inca Trail e del trenino per Aguas Calientes. Oltre ad un giretto nel piccolo villaggio, molto bello e' il sito archeologico che, attraverso una serie lunghissima di terrazzamenti, conduce alle rovine di un tempio e ad un panorama che ripaga la fatica della sfacchinata.

Successiva fermata a Chincero dove abbiamo fatto un bel giretto attraverso le strette stradine del mercato, una visita al sito archeologico e... una miriade di fotografie al paesaggio circostante.

La scoperta della Valle Sacra degli Incas e' proseguita con la visita del sito di Sacsayhuman, luogo con funzioni cerimoniali e in particolare adibito al culto del sole. Una curiosita': l'iniziale piano della citta' di Cusco prevedeva che la citta' avesse la forma di un puma, animale sacro al popolo Incas. Sacsayhuman ne era la testa. Vicino a Sacsayhuman c'e' il sito di Tambomachay, dedicato invece al culto dell'acqua e visitabile insieme a Sacsayhuman nella stessa giornata.

Infine l'indimenticabile Pisac. Ci siamo arrivati dopo esserci stipati su un autobus insieme al triplo di persone che l'autobus poteva effettivamente contenere. Il pulmino ci ha lasciati alle porte della cosidetta Pisac Inca da dove una stradina stretta e tortuosa scende tra terrazzamenti in parte ancora in uso e le rovine di questa meravigliosa civilta'.

 

Giunti nel fondovalle ad attenderci c'erano le bancarelle del famoso mercato di Pisac e un'inaspettata processione che ha contributo a creare atmosfera.


Da ultimo alcune tra le mie foto preferite scattate nel villaggio di Pisac.
  E dopo questa carrellata finale di fotografie annuncio il the end di questo lunghissimo post.
 Il prossimo viaggio... in barca sul Lake Titcaca!