Saturday, February 26, 2011

Growing up

Doveva essere una serata a due. La sottoscritta e l'amica che ha deciso di iniziarmi alla cucina asiatica. Stasera in programma c'era la cucina vietnamita. Suo marito avrebbe guardato la bimba. Contrattempo al lavoro. Il marito non riesce a rincasare in tempo. La piccola viene con noi. E questo e' stato il mio venerdi' sera:
  • Cenetta a disegnare farfalle e colorare alberi rosa, un sole verde e animali multicolori.
  • Tra un colore e l'altro, spezzetto il pollo da mettere in una ciotolina per la piccola e per il cagnolino di peluche che siede al nostro tavolo.
  • Saliamo in macchina e la piccola viene davanti con me, gurda la mamma e, gia' impugnando il cambio, esclama: "I'll drive!".
  • Arriviamo a casa sua dove facciamo un puzzle da tipo 15 pezzi, 5x5 cm l'uno, e fortunatamente la mamma mi fa da interprete.
  • Poi viene l'ora del bagnetto. La piccola entra nella vasca da bagno con al seguito un corteo di animaletti. Ma non bastano! Mi guarda ed esclama: "Miky! Come!". Continuo a giocherellare da fuori la vasca, ignorando la richiesta. "No! No! Miky! Come!". Sempre piu' insistente. Due minuti ed eccomi a sguazzare nell'acqua con la bimba, con i pantaloni arrotolati alle ginocchia, mentre la mamma le lava i capelli.
  • Giochiamo con le paperelle che spruzzano l'acqua. Ride e se la gode. Poi si lamenta un pochino per lo shampoo che le brucia negli occhi. E, prima ancora di aver completato la frase, gia' sorride pescando un felice pesciolino giallo.
  • Ci asciughiamo e, tra venti pannoloni esattamente uguali, scegliamo quello da mettere.
  • Poi ci sdraiamo sulla coperta e, accoccolate tra i cuscini, leggiamo una storia mentre la mamma le riscalda un po' di latte. 
  • Nel frattempo e' ritornato il suo papa' che se la prende tra le braccia e si incarica di addormentarla. Mi accovaccio e lei, sgambettando, allarga le sue braccine per l'abbraccio della buona notte. Con la mamma scendiamo in soggiorno, un'oretta di chiacchiere sul divano. E ora sono gia' a casa.

Felice. Di questo venerdi' sera cosi' diverso dal solito. Cosi' diverso dalla vita di sempre! ...E che preannuncia un capitolo di vita davvero speciale!


Un bellissimo weekend a tutti!

Thursday, February 24, 2011

Incipit

In Italia dovevo sempre vincere la timidezza prima di fare amicizia. In America, invece, mi ritrovo spessissimo a chiacchierare con perfetti sconosciuti. E l'inizio delle mie conversazioni ricalca ogni volta i seguenti incipit.


Pookelina "..."
"What a lovely accent. Where are you from?"
"Italy!"
"Oh, Italy, how wonderful!"
Gongolante: "Have you ever been there?"
"Yes, -e immancabilmente: -I've been to Rome, Florence and Venice."


A Matthew per strada alterniamo tra un "Hey, man, how tall are you?" or "What's the weather like up there?". Ma carinissima fu la mia vicina di casa a Bologna, una signora emiliana di mezz'eta', che quando vide Matt per la prima volta esclamo' "Mo ve, ma ne hai mangiati di tortellini per crescere cosi' tanto!"


E intanto fuori nevischia : D!!!

Tuesday, February 22, 2011

Kalaloch

Sabato mattina ci siamo svegliati con un sole luminoso che trapelava tra le listarelle delle veneziane. Dalle previsioni del tempo i cerchietti gialli della felicita' si sarebbero susseguiti senza interruzione per l'intero weekend... prendere o lasciare! E' bastata un'occhiata e due ore dopo eravamo in macchina!

Lungo la strada il vulcano Mt. Rainier
Dopo qualche ora di guida eccoci a destinazione: Kalaloch, ossia, il mio primo incontro con l'oceano Pacifico nel WA state, un amore a prima vista! Kalaloch e' quella punta dell'Olympic National Park che si affaccia sull'oceano. Il parco nazionale, invece, si estende nell'entroterra della Olympic Peninsula, e' noto per la foresta pluviale e le magnifiche montagne ed e', qua e la', costeggiato da alcune delle Indian reservations del WA state. Cosa c'e' da vedere a Kalaloch? Ci sono un campeggio, una lodge e lo splendore della natura. La lista termina qui ma un pomeriggio a Kalaloch, secondo me, e' un must per i visitatori del parco nazionale.

Detto questo, bando alle chiacchiere, via alle foto.

Il nostro campsite. Al di la' delle piante l'oceano. La nostra tenda e' stata piantata nella nicchia piu' in fondo. Peccato che in foto non dica molto.

Ed e' proprio la posizione che rende questo campeggio cosi' speciale: i campsites sono disposti lungo la costa, a picco sulla riva, a pochi metri dall'oceano, ricavati tra gli alberi. I migliori, poi, si affacciano direttamente sull'oceano, senza interposizione della vegetazione. La spiaggia e' facilmente accessibile tramite dei brevissimi sentierini o delle scalette. La natura e niente altro tutt'attorno.

L'oceano Pacifico...un po' di sghimbescio
La costa selvaggia con i caratteristici tronchi degli alberi sradicati durante i temporali che si abbattono sulla penisola

Il tramonto
Lo scorso weekend inoltre era un clamming weekend. E quindi ecco qui alcuni clam diggers!

E poi... il cielo.
Purtroppo non ho una foto da postare perche' anche la macchina fotografica si e' ritirata in buon ordine al cospetto della Via Lattea. E' proprio qui che ho visto per la prima volta la Via Lattea. Ma era stato un incontro fugace, nel mezzo della notte, ancora mezza addormentata. Sabato sera invece erano solo le 20.30 quando la Via Lattea era gia' visibile. Una striscia flebile, una fioca polvere di stelle, come si suol dire. E sovrapposte e tutt'attorno alla Via Lattea un sacco di altre stelle, tantissime, di varie dimensioni e luminosita', singole o in costellazioni. Uno spettacolo. Abbiamo anche visto una stella cadente: sembrava scivolata fuori dalla via lattea in caduta libera nell'oceano, e invece si e' persa nel buio della notte, portando con se' un desiderio. Bellissima!

Ancora piu' sorprendente e' stato che, al sorgere della luna (piena questo weekend), il cielo e' tornato ad essere il cielo di sempre e la magia della Via Lattea e' svanita, offuscata dal chiarore della luna. 

Infine, ci siamo addormentati con in sottofondo il rumore delle onde.

A dirla tutta... e' stata una pessima idea quella di campeggiare a febbraio: la notte la temperatura e' scesa sotto zero e io mi sono ritrovata in una lotta impari con i miei piedi intorpiditi dal freddo!
 

Al mattino la luna era ancora li', semplicemente in un punto diametralmente opposto a quello dove l'avevamo lasciata. Illuminata dalla luce rosea dell'alba, pronta a lasciare lo scettro del cielo al sole.


E poi di fretta back to Seattle a restituire la macchina...ma con tanti bei ricordi nel cuore!

Friday, February 18, 2011

Really Achieving Your Childhood Dreams


Buona visione!

Volevo scrivere un po' di Seattle e, udite, udite, non del tempo! Ma oggi non sono riuscita a fare le foto dei posti che avevo in mente. Ed e' un peccato perche' c'era il sole (e ho scritto del tempo!). Post rimandato ai prossimi giorni!

Allora, oggi posto due video che mi sono venuti in mente questa mattina quando sul Corriere ho letto il titolo "Steve Jobs ha solo sei settimane di vita". Che proprio mi e' sembrato di cattivo gusto.
Al nome Steve Jobs il mio primo pensiero va a questo video.
Solo il secondo alla Apple.




Il secondo video e' un video che tutti (o quasi) conoscono, per averlo visto o solo averne sentito parlare.
Lo posto perche' Pookelina e' il mio mondo interiore,  e' la trama della mia vita a Seattle, e' il mio album dove raccolgo i ricordi, racconto il presente, sogno il futuro. E questo video ne e' parte. Mentre lo guardavo, parola dopo parola, e' diventato parte di me.
Lo posto perche' e' di una bellezza rara e potente.
Lo posto perche' e' la storia di un uomo. E ogni storia ha un take-home message. E questo e' un tesoro.

Buona visione!



Invece di pubblicare il post, 90 minuti fa ho avviato il video. Me lo sono riguardato.
E ancora una volta mi ha lasciata con forti emozioni e senza parole.
Per me e' davvero un capolavoro.
E si merita uno spazio a parte in un altro post.
Questo e' il libro.

Monday, February 14, 2011

Oggi


Sento a tal punto San Valentino che sono le 7.40 di sera, sono appena arrivata a casa e prima che scocchino i rintocchi della mezzanotte mi affretto a postare i pensieri di questo 14 febbraio 2011. I miei festeggiamenti di S.Valentino si limitano al giro obbligato che ho dovuto fare in questi ultimi giorni attraverso l'ingresso del supermercato, tramutato per l'occasione in un labirinto di fiori e cioccolatini e sovrastato da un cuoricione fatto con tanti palloncini rossi e rosa.

Comunque, approfittiamo dell'occasione per scrivere un post che valorizzi i sentimenti. Quando mi sono trasferita a Seattle, per un po' di tempo di amicizie non ce ne sono state molte (va anche detto che un po' era colpa mia che non spiaccicavo una parola di inglese, ma non credo che quella fosse l'unica ragione). Nel tempo poi sono nati tanti rapporti. Che hanno incontrato destini diversi. Ma e' solo in quest'ultimo anno che dei piccoli gesti hanno ricordato al mio cuore la gioia dell'amicizia...di quella profonda, intensa, fatta di sintonia e intesa, di affetto e complicita', di condivisione. Il primo segnale, e anche il piu forte, e' venuto mentre studiavo per l'esame di stato. L'esame di stato era alle porte. Subito dopo mi sarei sposata in Italia. E il mio equilibrio emotivo rea assai precario. Un pomeriggio, la mia piu' cara amica (la stessa degli aquiloni, per chi si ricorda) mi ha telefonato annunciando che sarebbe arrivata in cinque minuti... tempo non sufficiente per lavarmi i capelli, rendermi presentabile e riordinare atlanti, libri e fogli. Pazienza... mi vedra' in versione studio. E cosi' e' arrivata, con un vasetto di marmellata fatto da lei il giorno prima e la bambolina colorata della foto, da riporre sotto il cuscino prima di andare a dormire perche' nella notte il suo compito e' sottrarre alla nostra mente e al nostro cuore tutte le preoccupazioni. Era un pensierino. Ma, tristissimo a dirsi, mi ero quasi dimenticata di questi gesti...e mi ha riempito il cuore di gioia!



La scatolina con il nastro rosso invece l'ho trovata sul mio cuscino dopo che una coppia di amici era stata a cena da noi (e aveva gia' ampiamente contribuito al menu).


Welcome amigos! ci aspettava a casa di un'altra coppia (lui e' la gia' citata guida delle uscite di clamming e crabbing) sul letto dove poi avremmo dormito.





Infine, sempre a ridosso del mio esame, questa cartolina con la gift card di Starbucks e' stata imbucata da una cara amica, nonche' compagna di stanza, dei tempi dell'universita'.

Ho apprezzato immensamente questi pensierini. Mi hanno regalato ogni volta un gran sorriso. They really made my day! E allora ecco che con questo post vorrei augurare a tutti una splendida serata in cui festeggiare i sentimenti che ci scaldano il cuore, che danno un significato (speciale) ai nostri giorni e che rendono la nostra vita l'opportunita' piu' preziosa che abbiamo!






Sunday, February 13, 2011

Felicita' parte 2





Il metereologo di Seattle questa volta non c'ha proprio preso e, dopo l'apocalittico finimondo di ieri, oggi splende il sole! Cosi' sono andata a correre e fuori e' davvero bellissimo! Gia' in settimana avevo notato le prime primuline e i fiori di crocus spuntare tra i fili d'erba, intimoriti. Oggi erano li', schiusi e splendidi, alcuni bianco candido, altri viola acceso, altri ancora lilla. Qualche foglia accortocciata a terra, a frenare l'entusiasmo per una primavera che ancora non c'e' e un cielo blu, a ricordare che lentamente questa primavera si sta risvegliando.
Nell'attesa, la primavera del 2009 e quattro chiacchiere sul weekend:          
               

Road to Perdition: piaciuto un sacco!


Matt ha portato i ragazzi del corso di barca a vela sulla baia a fare pratica. Uno studente, dopo averlo consultato, si e' messo in tasca il GPS di Matt, mio regalo di natale di qualche anno fa. Ma la tasca del k-way era rotta. E da quella tasca il GPS e' finito in acqua. Mentre, ignari, tutti continuavano a navigare. E' vero che puo' capitare a tutti e che lo sventurato, correttissimo, quando se ne e' accorto, si e' subito premurato di offrire di ricomperarlo, ma io mi chiedo... che buchi hai nella tasca della giacca perche' ti esca un GPS???



Ieri sulla terraferma invece girly night a base di sushi. E sono proprio contenta. Il mio primo incontro con il sushi risale al 2004 ma fu un clamoroso insuccesso. Da allora piu' toccato fino a poco prima di natale quando siamo stati a cena da un amico di Matt e tante manine, a turno, attingevano da una tavola imbandita con cibi misteriosi, sceglievano gli ingredienti sulla base dei colori e della forma, rollavano, affettavano, passavano e per la sottoscritta e' stato un vero tripudio per il palato! Ieri sera di nuovo gran successo! Prossimamente voglio provare la cucina coreana. E a quanto pare Seattle e' nota per la diffusione della cucina asiatica di qualita'!




 Ma per ora, a seconda del fuso orario, buona domenica o inizio di settimana a tutti!






Saturday, February 12, 2011

Being married. And getting married

Il tempo passa...

... e io ancora sussulto ogni volta che mi sento chiamare "signora".

La combinazione "mio marito", qualsiasi sia il contesto, chiunque l'interlocutore, e' un interruttore che mette in moto un misto di emozioni dentro di me ogni volta che la pronuncio, scrivo, sento (riferita a me).

Se non altro a tavola non mi distraggo piu' dalla conversazione quando *mio marito* porta il bicchiere alle labbra e il mio sguardo cade sulla sua fede... ma un sorriso compiaciuto e felice ancora me lo strappa :)!


A proposito di fedi... una nota per chi legge dall'Italia (e chi legge dall'America ma non ha mai prestato attenzione a questo piccolo dettaglio).
In America le fedi nuziali non necessariamente vanno a braccetto.
In Italia ho sempre visto marito e moglie portare lo stesso anello. Per tutti la classica fede, semplice e pulita, per lo piu' in oro giallo, ultimamente anche in oro bianco. Piatta o bombata, stretta o larga, al dito dei novelli sposi c'era sempre lo stesso modello.

Noi le fedi le abbiamo inizialmente cercate in America (per poi entrare in gioielleria in Italia e comprarle in un attimo). E cosi' ho scoperto che alla parola wedding band corrisponde qualsiasi tipo di anello. E sei tu a ribattezzarlo tale quando lo scambi e lo infili nell'anulare (della mano destra in Germania, come ho imparato da poco). Generalemente si rispetta la forma della fede, ma puo' essere in argento, oro (rosso, giallo, bianco, combinazione di due o tre) o platino. Liscia, satinata o lavorata con incisioni decorative o motivi prodotti con altri metalli. Per lei propongono anche la variante con diamanti. Se singolo, a filo con la superficie dell'anello per distinguerlo dall'anello di fidanzamento. Infine, sempre per lei, puo' essere aperto anche il capitolo del matching con l'anello di fidanzamento, giustificato non solo dall'estetica ma anche dalla possibilita' di far fondere anello di fidanzamento e fede nuziale successivamente al matrimonio. Usanza praticata sempre meno - ci avevano detto in una gioielleria - per la facilita' con cui si viaggia e la tendenza ad indossare in vacanza solo la fede ma non l'anello di fidanzamento.
Nonostante questa ampia liberta' di scelta, una regola ci sarebbe. Se si portano anello di fidanzamento e fede nuziale insieme sullo stesso dito... la fede e' sempre interna perche' piu' vicina al cuore :)!

Friday, February 11, 2011

Sunny days and lenticular clouds



Ed eccolo qui questo giorno di sole!




Ingannando con la brina l'attesa del sorgere del sole




Alla conquista del suo posto nel cielo





La sfumatura rosata sulle montagne innevate...
...e l'inimitabile stile architettonico di Seattle in tutto il suo fascino




E finalmente eccolo...
the sunny, happy day!





Il sole alto nel cielo in tutto il suo splendore






E al calar della sera mentre se ne va...
 
... senza, ahime', annunciare quando tornera'.




 Ora, siccome questo post non vuole essere un resoconto metereologico, ecco una perla della saggezza popolare locale, tratta da http://cliffmass.blogspot.com/   Premessa: Mt. Rainier e' un vulcano spettacolare che si trova 87 km a sud di Seattle e che e' visibile in tutta la sua maestosa imponenza e bellezza da moltissimi punti in citta'.






E questa invece una curiosita' : "UW meteorologist Cliff Mass reports in his book "The Weather of the Pacific Northwest" that the UFO craze started right here, with a sighting of mountain-wave clouds from an airplane in 1947. Kenneth Arnold, a businessman from Boise, Idaho, was sure he was seeing   flying saucers as he looked down from an airplane at nine lenticular clouds over the Cascades, near Mount Rainier. He told The Associated Press of brilliant "saucerlike objects," igniting a national UFO obsession that has yet to abate, Mass writes".
Di piu' qui.




...E la Rainier's cap lenticular cloud di ieri, ancora una volta, si e' rivelata  infallibile :)!

Thursday, February 10, 2011

Felicita'


Quando vivi a Seattle a. k.a. The Extremely Boringly Cloudy Gray City,
tutti questi cerchietti gialli al risveglio bastano a renderti felice!


Una splendida giornata a tutti!!!

Wednesday, February 9, 2011

Bilanci

Stamattina mi sveglio e trovo il seguente messaggio di mia sorella in fb: quando ti svegli vieni un attimo in skype? ieri ho combinato un guaio sulle piste da sci... ti aspetto! un bacio


Ho a casa in Italia una mamma a letto con infrazione del bacino, una sorella con trauma cranico commotivo, una zia che al posto della cartella clinica ha l'Harrison (= la bibbia della medicina)...  e io sono venuta a imparare la medicina negli Stati Uniti...


...ma ci scherzo su perche' per fortuna nel complesso stanno tutte bene!

Saturday, February 5, 2011

Pensieri da una notte insonne

L'informational interview e il networking sono due concetti in cui mi sono imbattuta fondamentalmente dopo essere sbarcata in terra americana. Inizialmente mi intrigava quest'idea di solidarieta' professionale nella societa' ma la concepivo poco. Ora che l'ho sperimentata di persona la apprezzo moltissimo e apprezzo sempre di piu' questo lato della cultura e della societa' americane.


Cos'e' una informational interview? Un caffe', un aperitivo, una chiacchierata con una persona a cui porre delle domande per ottenere delle informazioni. Generalmente e' una persona piu' avanti nel percorso professionale (di tanto o di poco non importa), conosciuta con un passaparola, a una conferenza, ad una cena, ad un evento qualsiasi, con la quale poi ci si incontra per chiedere consiglio, per ricevere una dritta, per ascoltare la sua esperienza, per parlare e crescere etc.


Tante volte quando rimpatrio mi sento chiedere "Com'e' l'America?"
Dietro quella domanda c'e' di tutto: la partecipazione di chi ti vuole bene, l'interesse di un amico, la curiosita' di qualcuno che e' soddisfatto della propria vita e sta comunque bene dove e' e vuole semplicemente ascoltare la tua esperienza.

A volte invece dietro quelle parole percepisco la speranza di sentire che e' il posto dove i sogni diventano possibili.

E secondo me lo e'.

Ma lo e' non perche' sia piu' facile realizzarli che altrove. 

Lo e' perche' le persone hanno dei sogni che cullano davvero. In cui credono davvero. In cui si immedesimano e per i quali si battono e danno l'anima.
In cui investono plasmandoci attorno scelte di vita.
Con entusiasmo e determinazione.

L'America non e' il paese delle scorciatoie, del far fortuna investendo nella prima cosa che balena per la testa o il posto dove i tasselli in disordine altrove trovano magicamente il loro posto. E' il paese che premia la dedizione, la passione, la fiducia nelle proprie idee. E' il paese dove l'uomo cerca e rincorre la sfida intellettuale. Dove l'informational interview e' all'ordine del giorno. Perche' esiste davvero lo sforzo comune per un mondo migliore. Che non e' una frase fatta che rassicura le coscienze dei singoli ma l'obiettivo di chi e' disposto a mettersi in gioco e condividere. In America ti educano alla condivisione. Alla condivisione di idee, della conoscenza, delle esperienze, dei contatti, dei progetti etc. e questa attitudine prevale sulla gelosia per il proprio "orticello", per i propri appunti sui banchi di scuola, per un contatto professionale, per un'opportunita' di cui si e' appena sentito, per un progetto in mente da tenere per se stessi perche' non si sa mai. Sul do ut des prevale la fiducia nell'uomo, nella sua intelligenza e nelle sue potenzialita'. La fiducia nel giving back, nella riconoscenza per quello che il passato ci ha lasciato e nella volonta' di creare un futuro migliore per le generazioni a venire. Perche' la cultura americana e' la cultura della coscienza comune, del bene della societa'. E' la cultura della coscienza di un Paese che crede di poter guidare o comunque influenzare il progresso del mondo, di poter rendere il mondo un posto migliore. Via via migliore. Generazione dopo generazione. Attraverso il cambiamento. Di un paese che crede nel cambiamento. 

Mi e' piaciuta molto la frase di un professore che vive a NYC e che qualche giorno fa era a Seattle. Diceva piu' o meno cosi'. Il bello di NY e' che c'e' sempre qualcuno migliore di te (professionalmente). E la parte piu' bella era che nelle sue parole non ho percepito invidia, frustrazione o senso di inferiorita'. Ma semplicemente gratificazione di fronte a stimoli costanti e tanta passione per il proprio lavoro e per la sfida intellettuale che muove l'America, che e' cosi' insita nelle coscienze da indurre famiglie a (ri-)impacchettare la propria vita e continuare la propria storia altrove.


Perche' il cambiamento fa paura.
Perche' nel cambiamento ti misuri con te stesso.
Perche' per il cambiamento ci vuole coraggio.

Ma il cambiamento ci rende persone migliori.
E il cambiamento e' vita.

Friday, February 4, 2011

Dove c'e' Barilla c'e' casa

Da quando la sottoscritta e il consorte sono ritornati studenti, sono, ahime', tornati ad essere pure squattrinati. Per rimediare, al supermercato prestano maggior attenzione ad eventuali offerte. Dalla loro analisi e' emerso che la Barilla va in offerta ogni 4-6 mesi.

In data 31 gennaio 2011 dagli scaffali con la pasta Barilla penzolava il cartellino giallo dell'offerta. E il previdente consorte ha pensato bene di approfittarne. Ecco lo scontrino del supermercato.

No, non e' tanto lungo ma applicando la semplice operazione aritmetica dell'addizione si raggiunge il totale di 58 confezioni di pasta Barilla. Poiche' in casa non eravamo sprovvisti, e poiche' di un appartamentino e non di un magazzino si tratta, le mensole della credenza sono stipate e la scatola blu e' elemento decorativo del ripostiglio.

La chicca... il consorte acrobatico ha caricato la borsa del lavoro, qualche borsina con le verdure e le 58 confezioni di pasta sulla sua bicicletta..

... arriveranno tempi migliori!

E ora... vado a buttare la pasta! Buon weekend a tutti!

Thursday, February 3, 2011

Have you ever tried them?


Sabato sera.
Rientrata da meno di 24 h dall'Italia.
Pizza con un'amica in un locale coccolissimo, gestito da italiani affezionatissimi alle tradizioni. Ingredienti tutti (o quasi) importati dall'Italia. Musica in sottofondo italiana. Le pareti sono rivestite da mensole di bottiglie di vino italiano. In una vetrinetta sono esposti prodotti tipici italiani. Le decorazioni richiamano la patria. L'atmosfera e' sempre molto accogliente e la pizza, anche se in pochi ci crederanno, squisita.

Purtroppo e' sabato sera e sul soppalchetto fanno accomodare solo gruppetti da quattro. Ci sediamo ai tavolini a pianterreno. Che hanno comunque il loro carattere ma sono uno vicinissimo all'altro.

Alle signore al tavolo a fianco al nostro viene servita una pizza fumante, dal profumo intenso e aspetto appetitoso. Chiedono qualcosa al cameriere e la lasciano nel mezzo del tavolo. Noi riceviamo le nostre pizze: buon appetito, cin-cin e via!

Immerse nella conversazione non prestiamo attenzione a quel che succede all'altro tavolo. Ma la signora a fianco a noi, che probabilmente non ha colto il mio accento (benche' proprio inosservato normalmente non passi), ci osserva, si sporge verso di noi e fiera e compiaciuta ci chiede:

Have you ever tried them? They are great!

In questa sua eccitata esclamazione solleva la crosta della pizza e trionfante inizia a sforbiciare con le pizza-scissors e tagliare degli spicchi. Al termine ci porge questo insostituibile utensile giustificando il gesto con un... 

...because they don't have very many and we had to wait for them...


Ossia, abbiamo lasciato raffreddare la pizza perche' avevamo troppa briga di usare coltello e forchetta per un'operazione che avrebbe richiesto si e no 30-40 secondi...


 

Tuesday, February 1, 2011

Gli ultimi giorni



L'augurio di buona settimana al consorte con il delizioso pasticciotto
 



Sulla via di casa un caffe' a Bologna con la mia dottoressa dell'universita'...
... anche se sembrava piu'di rivedere una vecchia amica... 
Bello.




Il mio rientro a sorpresa per una sorellina in proncito di indossare la coroncina di alloro




Una giornata di shopping per le calli di Venezia




e rientro l'indomani con l'ormai immancabile scalo a Schiphol