Tuesday, February 22, 2011

Kalaloch

Sabato mattina ci siamo svegliati con un sole luminoso che trapelava tra le listarelle delle veneziane. Dalle previsioni del tempo i cerchietti gialli della felicita' si sarebbero susseguiti senza interruzione per l'intero weekend... prendere o lasciare! E' bastata un'occhiata e due ore dopo eravamo in macchina!

Lungo la strada il vulcano Mt. Rainier
Dopo qualche ora di guida eccoci a destinazione: Kalaloch, ossia, il mio primo incontro con l'oceano Pacifico nel WA state, un amore a prima vista! Kalaloch e' quella punta dell'Olympic National Park che si affaccia sull'oceano. Il parco nazionale, invece, si estende nell'entroterra della Olympic Peninsula, e' noto per la foresta pluviale e le magnifiche montagne ed e', qua e la', costeggiato da alcune delle Indian reservations del WA state. Cosa c'e' da vedere a Kalaloch? Ci sono un campeggio, una lodge e lo splendore della natura. La lista termina qui ma un pomeriggio a Kalaloch, secondo me, e' un must per i visitatori del parco nazionale.

Detto questo, bando alle chiacchiere, via alle foto.

Il nostro campsite. Al di la' delle piante l'oceano. La nostra tenda e' stata piantata nella nicchia piu' in fondo. Peccato che in foto non dica molto.

Ed e' proprio la posizione che rende questo campeggio cosi' speciale: i campsites sono disposti lungo la costa, a picco sulla riva, a pochi metri dall'oceano, ricavati tra gli alberi. I migliori, poi, si affacciano direttamente sull'oceano, senza interposizione della vegetazione. La spiaggia e' facilmente accessibile tramite dei brevissimi sentierini o delle scalette. La natura e niente altro tutt'attorno.

L'oceano Pacifico...un po' di sghimbescio
La costa selvaggia con i caratteristici tronchi degli alberi sradicati durante i temporali che si abbattono sulla penisola

Il tramonto
Lo scorso weekend inoltre era un clamming weekend. E quindi ecco qui alcuni clam diggers!

E poi... il cielo.
Purtroppo non ho una foto da postare perche' anche la macchina fotografica si e' ritirata in buon ordine al cospetto della Via Lattea. E' proprio qui che ho visto per la prima volta la Via Lattea. Ma era stato un incontro fugace, nel mezzo della notte, ancora mezza addormentata. Sabato sera invece erano solo le 20.30 quando la Via Lattea era gia' visibile. Una striscia flebile, una fioca polvere di stelle, come si suol dire. E sovrapposte e tutt'attorno alla Via Lattea un sacco di altre stelle, tantissime, di varie dimensioni e luminosita', singole o in costellazioni. Uno spettacolo. Abbiamo anche visto una stella cadente: sembrava scivolata fuori dalla via lattea in caduta libera nell'oceano, e invece si e' persa nel buio della notte, portando con se' un desiderio. Bellissima!

Ancora piu' sorprendente e' stato che, al sorgere della luna (piena questo weekend), il cielo e' tornato ad essere il cielo di sempre e la magia della Via Lattea e' svanita, offuscata dal chiarore della luna. 

Infine, ci siamo addormentati con in sottofondo il rumore delle onde.

A dirla tutta... e' stata una pessima idea quella di campeggiare a febbraio: la notte la temperatura e' scesa sotto zero e io mi sono ritrovata in una lotta impari con i miei piedi intorpiditi dal freddo!
 

Al mattino la luna era ancora li', semplicemente in un punto diametralmente opposto a quello dove l'avevamo lasciata. Illuminata dalla luce rosea dell'alba, pronta a lasciare lo scettro del cielo al sole.


E poi di fretta back to Seattle a restituire la macchina...ma con tanti bei ricordi nel cuore!

4 comments:

  1. mentre leggevo mi stavo appunto chiedendo quale freddo glaciale possa esseci di notte in campeggio da quelle parti :-/
    cmq bravi, bella gita! :-)

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  2. Marica, sei stata piu' lungimirante di noi due messi insieme :)! Sull'onda dell'entusiasmo abbiamo pure lasciato a casa i guanti...non campeggiavamo da troppo tempo :(!

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  3. Era proprio uno spettacolo :)! E per fortuna perche' senza quell'entusiasmo avrei finito per soccombere al freddo notturno :)! Buona giornata, Palbi!

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