Wednesday, August 3, 2011

Son come i fiori, nascon da sole

In queste ultime due settimane ho pensato spesso al blog e altrettanto spesso, mentre emozioni e sensazioni scrivevano le mie giornate, sentivo che mi sarebbe piaciuto tanto condividerle qui.

Troppo spesso ero lontana dal laptop e troppo spesso mi riecheggiava nella mente il motivo di Vasco "(ma le canzoni) son come i fiori nascon da sole son come i sogni e a noi non resta che scriverle in fretta perche' poi svaniscono e non si ricordano piu' ".  Quest'ultimo mese per me e' stato lo stesso con i posts.

Di emozioni ce ne sono state tante, di posts da scrivere e desiderio di scrivere pure. Ma senza laptop alla mano l'intensita' e l'entusiasmo di quei giorni si sono persi nel tempo e ora sono ricordi, vivi nella mente ma assopiti nel cuore. Al punto che mi sembra qusi banale riportarli sul blog. Ma ci provo.

In queste settimane c'e' stato un momento in cui


avrei voluto scrivere della famosa orchidea  di step 1 che e' incredibilmente fiorita il giorno in cui avevo step 2. A distanza di otto mesi dalla prima fioritura, il primo fiore ha cominciato ad aprirsi due giorni prima, poi sempre di piu' e la mattina dell'esame era li' bell'aperto e mi sembrava davvero fosse li' per dirmi di credere in me stessa che ce l'avrei fatta anche questa volta. Speriamo.







Avrei voluto scrivere del vaso formato da quattro vasetti tra loro comunicanti che un'amica mi ha portato con tanti fiori colorati to brighten my study time nei giorni a ridosso dell'esame.










E avrei voluto scrivere due righe quando la mattina dell'esame sono andata alla macchina della stessa amica (che me la prestava) e sul sedile ho trovato un biglietto. Un biglietto di in bocca al lupo, con dei bei pensieri e una gift card al ristorante preferito mio e di Matt per i festeggiamenti. Un momento in cui, per un attimo, la tensione dell'esame e' scivolata via. E che mi ha fatto davvero sentire che, per quanto investiamo nei nostri sogni professionali e per quanto questi sogni ci facciano tribolare, senza certi gesti e certezze, senza l'amicizia e l'amore, tutto perde di significato. 



Avrei voluto scrivere un post su Berkeley. L'avevo vista una prima volta nel 2005 sotto la pioggia e mi era sembrata del tutto insignificante. Questa volta il campus mi e' piaciuto davvero molto, soprattutto questa parte. Ma soprattutto avrei voluto tanto avere un laptop la sera quando abbiamo rivisto/io ho finalmente conosciuto il roommate francese di Matt nel 2004-2005 insieme alla di allora ragazza che adesso ha l'anello di fidanzamento al dito e un matrimonio in via di organizzazione. Avrei voluto scrivere di quanto felice fossi tutta quella sera, di quanto speciale sia stato parlare ininterrottamente finche' nel locale vuoto hanno abbassato le luci, di quanto rassicurante fosse sentire di capirsi al volo, europei in America (che alla fine anche Matt di americano ha solo il passaporto). Sentire che ogni parola centrava il bersaglio nei pensieri dell'altra coppia e pensare poi, nel buio della notte in autostrada, che forse, per trovare amicizie davvero speciali, il prezzo da pagare e' quello di sperimentare, di vivere altrove, di esplorare il mondo, conoscere persone di altri paesi e altre culture, per poi, di tanto in tanto, sentire un'intesa perfetta, le basi per un'amicizia che va oltre ogni confine geografico, temporale e linguistico. E che diventa un caposaldo nella vita.









Avrei voluto scrivere di quanto proprio io non riesca ancora a concepire la nebbia. Di quanto fosse caldo e soleggiato sulle colline di Berkeley e mentre noi andavamo di tintarella e crema solare, in lontananza San Francisco fosse immersa in una coltre di nebbia benche' poche ore prima fosse baciata dal sole e un cielo blu.







Avrei voluto scrivere di Treasure Island, dove non tornavo da sei anni, quando ero venuta a trovare Matthew per la prima volta, e dove ancora una volta abbiamo riammirato la nostra San Francisco. Chissa' se un giorno la chiameremo casa.








Avrei voluto scrivere un post il giorno in cui il mio brother in law non riusciva a contenere la gioia e il sorriso mentre la sua sposina camminava verso di lui in chiesa per poi promettersi con un filo di voce e tanta commozione della sottoscritta amore eterno. E della delicatezza dei genitori di Matt nel chiedere al fotografo una foto con le loro figlie: la sorella di Matt, la mia nuova sister in law e neosposina del fratello di Matt e la sottoscritta. Avrei voluto scrivere delle tante emozioni che mi sono passate per il cuore, dei pensieri che mi hanno attreversato la mente e, per restare in tema di amicizia, di quanto mi sia sembrato speciale incontrare gli amici di mio suocero dei tempi del college... quelle amicizie cosi' profonde e durature che a me fanno davvero venire la pelle d'oca. E a volte provo a immaginare chi, tra le mie amicizie, sara' presente al matrimonio dei nostri figli e alle altre tappe che scandiranno la nostra vita.



Avrei voluto trascrivere le emozioni che ho provato ogni volta che camminavo a Chicago, una citta' splendida, che mi ha conquistata e che non riesco ad archiviare nel cassetto dei ricordi. Una citta' affascinante, con tanta Europa per le strade, nelle vetrine, nei cafe', nella cura del dettaglio, nell'atmosfera, nell'architettura. Una citta' che ci ha accolto con il tempo (meteorologico) dell'estate italiana, da camicetta e ballerine, finalmente senza giacca o maglioncino. Una citta' che mi ha incantata per l'armonia con cui moderni grattacieli a specchio sfumano nello stile classico di palazzi piu' anticheggianti. Una citta' sul Lake Michigan che sembra un mare sconfinato e immenso anche dall'aereo.








Avrei voluto scrivere di quella Chicago, che per me restera' la citta' dei fiori, almeno fino al prossimo incontro. C'erano decorazioni floreali su ogni lampione, sulle bussole della posta, alle fermate degli autobus, lungo le fioriere della maggior parte dei locali del centro, sui davanzali e balconi delle case, addirittura in un parcheggio a piu' piani.



 
Avrei voluto scrivere di quanto effetto mi ha fatto trascorrere una settimana intensissima con persone da diverse parti del mondo e con il mio stesso obiettivo professionale. Di quanto li abbia sentiti vicini, in ogni parola, in ogni commento, in ogni timore. Nelle nostre paure, nei nostri dubbi e nell'incertezza del futuro. Nella precarieta' di questo investimento di vita senza la certezza di farcela, di entrare in specialita' in questa parte di mondo. Percepire lo stesso sacrificio e la stessa passione. Lo stesso entusiasmo e dedizione. E sentire nel cuore l'augurio per tutti per un successful match!







Avrei voluto scrivere della cenetta semplicissima e piacevolissima, sui tavolini all'aperto, in un autentico angolino di Italia oltreoceano, insieme al mio amore, ad interrogarci sul futuro, sulle prossime decisioni, a cercare la nostra strada... e cercare di capire quale sia la scelta migliore, "la scelta giusta" per i mesi a venire.






Avrei voluto scrivere ma soprattutto vedere molto di piu' di questa Windy City ma il tempo era quello che era e per questa volta e' andata cosi'. Speriamo di riuscire a tornare presto!
Avrei voluto scrivere di quanto mi sia piaciuto il paesaggio del Nebraska, verde, collinare, con qua e la' delle strade serpeggianti tra viti e campi di grano. E di un tramonto all'aeroporto di Omaha che mi ha lasciato senza parole, nulla di sensazionale nel cielo, anzi, un banalissimo tramonto, ma spettacolare il  profilo dorato e scintillante delle nuvole rosa e bassissime sull'orizzonte illuminate da dietro da un sole infuocato che scivolava via.

Avrei voluto scrivere di quanto speciale sia stata la prima cena ufficiale con la famiglia di Matt e la mia nuova sorella in law e di quanto ci abbia sentiti, noi sette attorno a quel tavolo, una famiglia. Con un gran potenziale in ognuno di noi e tante tappe e gioie da condividere insieme davanti a noi.

Avrei voluto scrivere di quanto io non sia proprio fatta per i saluti, di quanto mi svuotino ogni volta, di quanto sia stato duro salutare prima la famiglia di Matt e poi, ancora di piu', Matt in aeroporto. Di quanto ancora una volta non sia stata capace di trattenere le lacrime e mi sia imbarcata singhiozzando e con quel male nel cuore che provo ogni volta che mi trovo ad un gate.

Avrei voluto scrivere domenica quando sono arrivata in Georgia. In un posto sperdutissimo e desolante dove le strade sono tutte a quattro corsie, arse dal sole, senza anima viva, tutti esclusivamente al volante, un centro commerciale dopo l'altro e un accento tiraemolla che per me e' ancora incomprensibile. Di quanto mi sia sentita a disagio e per niente sicura il primo giorno e di quanto invece ora tutto vada meglio, di quanto mi stia orientando anche in questa parte di America cosi' diversa dall'America a cui sono abituata. Delle persone che sto conoscendo e della solidarieta' che ho incontrato. E di quanto questo vivere qui e la' mi stia dando.

Avrei voluto scrivere di tante altre piccole sfumature di queste ultime settimane intensissime....ma a volte davvero emozioni e posts son come i fiori, nascon da sole, son come i sogni e a noi non resta che scriverle in fretta perche' poi svaniscono e non si ricordano piu'.

3 comments:

  1. Ti assicuro che, anche a distanza di tempo, hai reso bene l'idea.
    Tieni duro!

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  2. le tue parole e le belle foto trasmettono tanto di quello che hai vissuto... momenti belli e momenti carichi di emozioni...

    tieni duro!
    ti scrivo presto per email!

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  3. Grazie a entrambe :)!

    @ Eleonora: avevi proprio ragione: passato il Prom ho trovato un sacco di vestiti carini!

    @ Marica: Non vedo l'ora di leggere la tua email! But take your time!

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